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«Il Chiarenzi vedrà confermati i letti di ospedale di comunità»

L’ex ospedale Chiarenzi a Zevio
L’ex ospedale Chiarenzi a Zevio
L’ex ospedale Chiarenzi a Zevio
L’ex ospedale Chiarenzi a Zevio

«Sul recupero del Chiarenzi il Comune non sta cincischiando: la futura formulazione delle nuove schede sociosanitarie, a fine anno, confermerà anche i posti letto di ospedale di comunità per il Chiarenzi. La loro attivazione sarà graduale, non importa quanti saranno questi posti, ciò che conta è che parta il nuovo corso». Il sindaco Diego Ruzza smentisce il pessimismo di quanti in paese hanno visto nell’attivazione a Bovolone, pochi giorni fa, di 24 posti letto destinati alle cure intermedie come l’ennesimo «colpo di mano» ai danni dell’ormai ex ospedale zeviano, «prosciugato» di molti reparti proprio dal San Biagio, a sua volta rimasto poi quasi a bocca asciutta causa la semplificazione sanitaria che ha cancellato i piccoli nosocomi suscitando molti scontenti. «Non c’è nulla di diverso dalla delibera regionale del 2016, che al Chiarenzi prevedeva posti letto di comunità approvati fra l’altro all’unanimità dalla conferenza dei sindaci dell’ex Ulss di Legnago», insite il Ruzza. Che aggiunge: «Semplicemente, Bovolone è partito avendo già la struttura pronta». Il reparto in questione, infatti, è stato ubicato in un’ala già attrezzata della struttura di Bovolone. Va detto che per assicurarsi l’operazione che consente alla Regione di lenire i bisogni di posti letto di cure intermedie, dopo averne tagliato tanti in ospedali per acuti, il Comune di Emilietto Mirandola ha stanziato 150mila euro. Ruzza confuta anche quanti vedono nero sul comodato d’uso trentennale gratuito per acquisire dalla Regione due terzi del Chiarenzi con l’intento di farne una «cittadella della salute». Le minoranze bocciano il progetto di costruire la nuova casa albergo per anziani all’ex ospedale e, più in generale, considerano il recupero dell’ex struttura un «bagno di sangue» per il contribuente zeviano, in primis causa la necessità di renderla antisismica e di sostenerne manutenzioni stra- ordinarie e ordinarie. «Una parte del Chiarenzi è già utilizzabile con interventi di minima», assicura il sindaco. «Come già ci è stato chiesto, una parte di ex ospedale ospiterà pazienti psichiatrici borderline. La parte più ammalorata, invece, sarà demolita per costruire la nuova casa albergo con 84 posti letto: gli attuali 60 più, novità, altri 24 per persone gravemente non autosufficienti. A questi si aggiungeranno i 10 posti letto di hospice già confermati dalla Regione». Considerato che per la sola nuova casa albergo il Comune ha già stanziato un milione e 500 mila euro dei 5 milioni necessari, il Comune pensa davvero di spremere il contribuente per recuperare la cifra necessaria a coprire tutti i fabbisogni? «Assolutamente no», smentisce Ruzza. «La spesa sarà assolutamente sostenibile per l’ente, perché sarà a carico di chi utilizzerà l’ex ospedale in cambio di convenzioni lunghe anche 25 anni, che consentiranno di ammortizzare la cifra inizialmente sborsata». Le minoranze sostengono che sull’impegnativo recupero del Chiarenzi l’amministrazione «se la canta e se la suona». Non indirebbe, cioè, momenti di confronto pubblici, tantomeno dibattiti con l’opposizione. Risponde Ruzza: «Dialogare sul tema ex ospedale con la minoranza è impossibile, perché sempre contraria a prescindere. E poi perché non esita a distribuire volantini falsi e denigratori nei miei confronti. Perciò non collaboreremo fino a che non avremo tutto chiaro sul da farsi». «Intanto», conclude il sindaco, «l’attuale gestione della casa albergo è stata prorogata di tre anni per evitare di correre ripetutamente in Regione per ottenere le autorizzazioni all’esercizio. Piuttosto le minoranze comincino a chiedersi come adibire a nuovi usi l’impostante fabbricato della casa albergo uscente, quando rimarrà vuota, luogo invidiabile dal punto di vista ambientale». •

Piero Taddei

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