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I veleni del voto si riversano in Consiglio

Il sindaco Marcello Lovato si rivolge alla sua sfidante e agli altri tre consiglieri di opposizione: FOTOSERVIZIO AMATOMarcello LovatoCarmen Tomba replica al sindaco prima di uscire dall’aula consiliare
Il sindaco Marcello Lovato si rivolge alla sua sfidante e agli altri tre consiglieri di opposizione: FOTOSERVIZIO AMATOMarcello LovatoCarmen Tomba replica al sindaco prima di uscire dall’aula consiliare
Il sindaco Marcello Lovato si rivolge alla sua sfidante e agli altri tre consiglieri di opposizione: FOTOSERVIZIO AMATOMarcello LovatoCarmen Tomba replica al sindaco prima di uscire dall’aula consiliare
Il sindaco Marcello Lovato si rivolge alla sua sfidante e agli altri tre consiglieri di opposizione: FOTOSERVIZIO AMATOMarcello LovatoCarmen Tomba replica al sindaco prima di uscire dall’aula consiliare

Lo strascico di una campagna elettorale che ha spaccato in due il paese e una bruciante sconfitta per appena un centinaio di voti sono emersi evidenti all'insediamento del nuovo Consiglio comunale, l’altra sera, al punto da condizionarne la seduta. Già alla convalida degli eletti, normalmente una formalità, i quattro consiglieri di opposizione - la candidata sindaco Carmen Tomba, Fabio Sgreva, Annalisa Bonomi e Giampaolo Maschi - si sono astenuti dal votare la delibera, avendo riserve sulle dimissioni del consigliere Francesco Fasoli, da presidente del comitato di gestione della scuola materna Maria Immacolata di Stra'. Dimissioni peraltro presentate il 21 giugno ma non agli atti del Consiglio.

Addirittura, al momento del giuramento del sindaco Marcello Lovato, i quattro dell'opposizione sono usciti abbandonando la sala consiliare, in segno di protesta, ma di fatto non riconoscendo l'autorità del sindaco nel suo momento più solenne.

Tra lo scambio continuo di rivendicazioni elettorali, da una parte (Tomba) e dall'altra (Lovato), il sindaco ha giurato dimenticando persino di indossare la fascia tricolore. Fascia che è rimasta desolatamente sul tavolo per l'intera seduta.

Mentre Lovato ricordava i filmati postati sui social e su internet durante la campagna elettorale dalla lista avversaria («al punto da dover chiamare la polizia postale», ha svelato il sindaco), Tomba faceva infuriare la polemica sulle prime dichiarazioni rilasciate alla stampa dal neoeletto. «Lei non sa laggere l'italiano», la replica di Lovato. «Lei ha tracciato uno spartiacque netto tra chi è con lei e chi non è con lei, ponendo il simbolo della sua lista sulle linee programmatiche», ha lamentato Tomba. «Vorremmo sapere quale sia la filosofia che sta dietro la sua amministrazione. I cittadini vedranno delle sorprese. Valuteremo se porci come un Consiglio comunale di 13 persone, oppure di nove più quattro», ha rivendicato Tomba, facendo capire che propende per la seconda formula. «Noi porteremo avanti il nostro programma, presentato agli elettori».

Nel trambusto di uscite dall'aula e di reciproche accuse, il sindaco è anche riuscito a fare un'analisi del voto e del dopovoto: «Una parte dei caldieresi non si è espressa alle elezioni, ma ringrazio anche i cittadini che non sono andati a votare, per aver dato questo segnale», ha dichiarato considerando che solo il 57 per cento degli aventi diritto si è recato alle urne. «Non sarò un sindaco di parte, anche se hanno cercato di spingermi da una parte».

«Per quanto si sta vedendo anche stasera, uno dei punti cardini della nostra amministrazione, sarà l'unità del paese», ha ribadito il nuovo sindaco. «Non vogliamo che caldieresi si sentano cittadini di serie B. Proproniamo una città possibile e non una ideale. Durante la campagna elettorale, abbiamo visto che ci sono tanti problemi e che i cittadini cercano delle risposte che ci impegneremo a dare. Ma non ci stiamo a far diventare il Consiglio comunale uno show, come sta facendo qualcuno stasera».

«Questo è il primo Consiglio formato da metà donne e metà uomini e con molti giovani», ha descritto l'assemblea civica Lovato. «Cercheremo di riportare alla centralità il Consiglio e proprio per questo ho firmato solo stamattina il decreto di nomina della Giunta, perché ritenevo giusto comunicarla ai cittadini in questa assemblea».

Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino..., meno male che la prima seduta si è tenuta di sera...

Zeno Martini

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