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Fratelli record nel Veronese

I quattro gemelli Ambrosi compiono 18 anni: la loro nascita e vita (stra)ordinarie

Fratelli record nel Veronese
I fratelli Ambrosi oggi e 18 anni fa
I fratelli Ambrosi oggi e 18 anni fa
I fratelli Ambrosi oggi e 18 anni fa
I fratelli Ambrosi oggi e 18 anni fa

Obiettivo patente entro l’estate per i quattro gemelli Ambrosi che mercoledì 23 (nel segno dei gemelli) festeggeranno i 18 anni. È stato e rimane un record per la provincia veronese il parto quadrigemellare che nel 2000 tenne con il fiato sospeso per molte settimane tutta l’alta Val d’Alpone, quando, alla ventisettesima settimana di gestazione, inaspettatamente, vennero alla luce due maschietti e due femminucce: Davide, Sara, Matteo e Valentina. Papà Palmino Ambrosi, autista dell’ Atv, nativo di San Bortolo delle Montagne, e mamma Paola Zanderigo, ragioniera in uno studio di commercialista, all’epoca abitavano a San Giovanni Ilarione, in attesa di costruirsi la casa a Zovo di Vestenanova, dove ora risiedono.

I social network non esistevano ancora, ma un tam tam quotidiano aveva coinvolto tutti quanti in quello straordinario evento, vissuto con gioia e al contempo tanta apprensione. Al punto che ancora oggi i genitori dei gemelli ci tengono ad esprimere la loro gratitudine alla comunità che è stata loro vicina, anche con la preghiera. Sorridono i quattro ragazzi nell’ascoltare, per bocca di mamma e papà, la loro bella storia, raccontata con trasporto soprattutto dal babbo; e appare incredulo Matteo, dall’alto dei suoi 185 centimetri, nel sentire che alla nascita poteva tranquillamente stare adagiato nella manona di papà; come pure Davide che oggi è alto 180 centimetri; statura più femminile invece per Sara e Valentina.

 

LA NASCITA Ha ancora dell’incredibile la nascita dei quattro frugoletti che, appena venuti al mondo, tutti insieme pesavano poco più di tre chili: 900 grammi ciascuno i due maschietti e meno di 700 grammi le bambine. Ci furono giorni di angoscia per i quattro piccoli, la cui sopravvivenza era legata alle macchine; soprattutto per Matteo, a causa di emorragie polmonari che fecero temere il peggio, e per Sara, la più piccola e più fragile alla nascita; sembrava non farcela e invece proprio a lei fu tolta per prima l’intubazione. La degenza durò poco più di due mesi nel reparto di neonatologia del policlinico di Borgo Roma, dove mamma e papà si recavano ogni giorno per la marsupio terapia (ovvero il contatto pelle a pelle tra genitore e bambino). «Sono infinitamente grata ai medici e a tutto il personale per quanto si sono prodigati in quella notte del parto, con ricovero alle 23 e nascita dopo tre ore; e per tutto il periodo successivo, fino a quando li abbiamo portati a casa, tutti sani», dice mamma Paola. Era agosto quando quattro fagottini, mediamente di tre chili ciascuno, affollarono la casa dei nonni materni, Anna e Abramo Zanderigo, ospiti eccezionali nella loro abitazione a Zovo di Vestenanova, trasformata per l’occasione in una vera e propria nursery, con il tinello adattato ad area gioco e tappetone a tutta stanza. Buon sangue non mente: una casa da record quella degli Zanderigo che nel 1988 aveva celebrato grandi festeggiamenti per zia Ancilla, la prima centenaria della Val d’Alpone, morta poi a 103 anni. Mamma Paola non ha dubbi, il primo anno di vita fu il più tribolato, come è facile immaginare; ma familiari e conoscenti davano una mano, soprattutto al momento dei pasti, così tutto è stato condiviso e affrontato con maggior serenità. «Gente che si fa provvidenza», aveva detto nel 2001 don Elio, parroco di San Giovanni Ilarione, alla messa battesimale in occasione del primo compleanno. Davide, Sara, Matteo e Valentina ce l’avevano fatta: erano riusciti a superare un parto pretermine e tutte le complicanze di una nascita prematura. Si poteva guardare avanti. Sono come un libro aperto gli occhi lucidi di mamma Paola che sembrano ripercorrere tutte le tensioni e le emozioni di quei primi mesi di vita, seguiti dalla gioia di vederli crescere e maturare tutti e quattro nel modo più auspicabile per ogni genitore.

 

ADOLESCENTI Terminate le scuole dell’obbligo a Vestenanova, le strade dei gemelli si sono divise: Valentina e Sara frequentano il quarto anno del Liceo Leonardo da Vinci di Arzignano, nel vicentino, una il linguistico e l’altra scienze sociali. Invece Matteo e Davide sono al quarto anno dell’Istituto Tecnico Dal Cero di San Bonifacio, entrambi indirizzo di meccatronica ma in classi diverse, come richiesto dalla famiglia. Le ragazze pensano già all’università, i ragazzi son più proiettati verso il lavoro. Sono giovani tranquilli e riservati, non si assomigliano nemmeno nel carattere, ma sono molto uniti fra loro, anche se non mancano battibecchi e discussioni, come per tutti i fratelli; hanno amici in comune, escono insieme e di certo non soffrono né di noia, né di solitudine. Oltre lo studio c’è chi è impegnato in parrocchia e chi, nei fine settimana, lavora come cameriere in un ristorante. Si capisce subito che in famiglia ci sono regole ben precise e, soprattutto, condivise. Di tv ce n’è una sola, in soggiorno. «Non è per il costo di un televisore in più», spiega papà Palmino, «ma se ce ne fossero anche nelle camere, succede che alla sera ognuno va per conto suo. Invece ci si accorda. Se i ragazzi una sera guardano la partita, la sera dopo decidono le ragazze che film vedere e si sta insieme». Valentina, la più loquace del quartetto, aggiunge: «Sì, anche di computer ne abbiamo uno solo, ci turniamo e va bene così». Mamma Paola precisa che per l’uso di computer e stampante ci sono delle priorità da rispettare: «Prima di tutto lo usa chi ha necessità scolastiche o sanitarie, poi …» «Già, a seconda se il codice è rosso, giallo o…», incalza ridendo Sara. E il telefonino? A 15 anni il primo, uno solo per tutti. Poi due: uno per Matteo e Davide, che vanno a scuola a San Bonifacio e uno per Sara e Valentina, che vanno ad Arzignano. Nessuna lamentela. Non invidiano per nulla i coetanei che stanno sempre appiccicati allo smartphone. Comunque a breve ne avranno uno ciascuno. Intanto si va a scuola guida. Ci pensa il papi a scarrozzarli su e giù per la Valle d’Alpone.

Mariella Gugole

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