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I RACCONTI DEI TESTIMONI

«Ho visto persone
che bruciavano vive
È stato terribile»

La Polstrada sul luogo dell'incidente
La Polstrada sul luogo dell'incidente
La testimonianza del camionista sloveno che ha visto il motore in fumo del pullman

Tanti gli automobilisti e i camionisti rimasti bloccati per ore sulla Serenissima. «Ho parlato con diversi ragazzi, ho contattato le loro famiglie con il mio cellulare», dice uno di loro che viaggiava sulla A4. «Avevano molte escoriazioni, ho visto tagli al volto e alle braccia. Mi hanno raccontato un po’ la dinamica ma erano molto scioccati, spaventati e infreddoliti. Io ho dato una mano alla polizia con la traduzione. Non sapevo come altro aiutare. Tutti sono saltati fuori dai finestrini: diversi ragazzi erano in maniche corte e abbiamo cercato di coprirli come potevamo. Io avevo due camice ed una coperta, c’è chi si è tolto la felpa. Era una brutta scena: gente che piangeva, qualcuno si disperava».

 

«Ho visto gente che bruciava viva, sono immagini terribili che non potrò mai dimenticare», è la drammatica testimonianza di un alto. «Sono sceso e mi sono diretto a piedi per vedere se ci fosse bisogno di aiuto. Si sentiva urlare - prosegue - le persone si mettevano le mani nei capelli. C’erano un paio di corpi che bruciavano, ancora vivi».

 

«Le persone che erano sedute nella parte posteriore del pullman si sono salvate rompendo i vetri e uscendo tra le urla e il panico. Un professore di educazione fisica ha salvato molti di quelli che erano a bordo rientrando nel mezzo. È ricoverato con ustioni profonde sulla schiena»: a dirlo il console generale d’Ungheria, Judit Timaffy, a Verona nella notte dopo la tragedia che ha riguardato un pullman con a bordo ragazzi, docenti e alcuni genitori di ritorno a Budapest dopo una vacanza scolastica sui monti in Francia.

In lacrime, choccati, terrorizzati dall’aver visto compagni bloccati all’interno del pullman avvolto dalle fiamme e trafitto da un pilone contro cui era finito in A4. Questa l’immagine di un mezzo che si è trasformato «in una trappola che subito ha preso fuoco» che emerge dai racconti dei sopravvissuti al rogo in A4 a Verona. Il console generale d’Ungheria a Milano, Judit Timaffy, ha incontrato nelle alcuni dei sopravvissuti ospitati in un hotel dopo essere stati assistiti dagli agenti della polstrada.

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