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«Ho chiesto
ma ho lasciato
perdere»

Della mobilitazione si dice stupito Giovanni Dando, da quasi un trentennio direttore della cava della Basalti Verona: «Trenta ettari? È una follia visto che la cava già si estende su una superficie di 22 ettari. La Basalti Verona non possiede un metro di terreno fuori dall’attuale area di scavo. La proprietà non c’entra nulla», spiega Dando.

«Prima dell'estate ho solo chiesto a nove degli 84 proprietari di terreni confinanti se, in caso di ampliamento, sarebbero stati disponibili a cedere terreni. Al massimo si sarebbe trattato di 15 mila metri quadrati di superficie. Ho ricevuto risposte non incoraggianti», aggiunge il direttore, «e ho lasciato perdere. Mi stupisce una simile mobilitazione, della quale non sapevo assolutamente nulla perchè nessuno è venuto a fare qualsivoglia osservazione: mi dispiace», conclude, «perché la mia iniziativa era finalizzata solo al tentativo di dare ulteriormente vita a questa azienda storica, una delle ultime che ancora lavorano in Val d’Alpone ma che ha un futuro limitato, e a dare certezze future alle 24 famiglie che oggi vivono grazie alla cava. È singolare che a fronte di una domanda, posta oltre tutto solo orientandola al lavoro, motivazione per altro condivisa da alcuni dei proprietari con cui ho parlato», osserva Dando, «sia scattata una mobilitazione che ha impegnato tempo e denaro delle persone». P.D.C.

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