Visite di istruzione: meno svago e più sociale. Comunità di recupero di tossicodipendenti e di accoglienza degli «ultimi» sono state scelte dai dirigenti degli istituti comprensivi della Val d’Alpone per le gite di istruzione delle medie. E per il futuro, c’è pure chi si augura un’uscita con destinazione il carcere.
Anche quest’anno il Lions club Valdalpone ha riproposto il progetto con cui i ragazzi che frequentano la terza media nelle scuole della valle hanno la possibilità di visitare una comunità di recupero di persone con problemi di tossicodipendenza. E non si tratta solo di lanciare l’idea, ma pure di sostenere buona parte della spesa, accompagnare i ragazzi nell’esperienza e lasciare loro anche il messaggio «Scegli la vita» scritto su un braccialetto.
«Dopo la positiva esperienza a San Patrignano vissuta lo scorso anno, questa volta visiteremo la Casa di Beniamino, la struttura di Cavriana, nel Mantovano, che è una delle strutture della Comunità Exodus di don Antonio Mazzi. La ragione del cambio di destinazione», chiarisce Stefano Marcigaglia, «si spiega solo con la distanza».
Marcigaglia è il past president del Lions club Valdalpone (ora guidato da Armando Gozzo), e lo scorso anno lanciò il progetto grazie al quale poco più di 200 ragazzi scoprirono San Patrignano: «Non sono più presidente, ma quell’iniziativa ha incontrato il sostegno dei Lions, dei dirigenti e delle famiglie, e dunque possiamo riproporlo ancora. Credo che sia importantissimo dare continuità a iniziative come queste», spiega Marcigaglia, «mi auguro si possa continuare a riproporle perché i ragazzi tra loro parlano. Un’esperienza simile è una specie di vaccino, e il confronto tra ragazzi di età diverse che l’hanno fatta funge da richiamo”.
E dunque tutti in pullman: prima gli 88 ragazzi delle terze delle scuole medie di San Giovanni Ilarione e di Vestenanova (coi loro professori ed i Lions) e poi i 92 studenti delle terze della media di Monteforte. «Montecchia e Roncà quest’anno non partecipano, me ne dispiace, ma il calendario era già esaurito»,
dice Marcigaglia. I ragazzi trascorreranno la mattinata in attività di laboratorio misto (cioè con la partecipazione di ospiti della comunità) sui temi delle regole, del dire di no, sulle storie e sulla parola insieme per poi ritrovarsi tutti e proseguire il lavoro collegialmente. E insieme è stato fatto anche il lavoro che ha coinvolto i ragazzi delle seconde della media Zanella di Monteforte che per la loro uscita di istruzione hanno conosciuto la realtà della Casa di accoglienza Don Nicola della Comunità Sulle Orme, a Fittà, e quella della cooperativa sociale Multiforme, onlus che ha avuto origine proprio dall’esperienza di accoglienza degli «ultimi». P.D.C.