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Gara a due per le reti del gas I sindaci vogliono venderle

I sindaci Edoardo Pallaro e Luciano Marcazzan
I sindaci Edoardo Pallaro e Luciano Marcazzan
I sindaci Edoardo Pallaro e Luciano Marcazzan
I sindaci Edoardo Pallaro e Luciano Marcazzan

Oltre due milioni di buone ragioni per alienare le reti del gas: se Montecchia di Crosara decidesse di vendere la propria partirebbe da un patrimonio di 870 mila euro e se San Giovanni Ilarione facesse lo stesso potrebbe ragionare su almeno 1,4 milioni. Perché, dunque, non mettere a gara, congiuntamente, la proprietà delle reti? È il ragionamento che stanno portando avanti i due sindaci, rispettivamente Edoardo Pallaro e Luciano Marcazzan, prendendo l'iniziativa rispetto a due situazioni stagnanti. La prima è relativa alla discussione sul cosiddetto «valore di rimborso» che il gestore uscente sarebbe chiamato a riconoscere ai due Comuni prima del nuovo affidamento a far data dalla scadenza dell'affidamento in essere. La seconda è quella dei ritardi che ormai da anni hanno inchiodato la maxi gara con cui l'ambito Atem Verona 1 e Nord, al quale entrambi appartengono, dovrebbe trovare il nuovo gestore delle reti. Il più determinato a far valere il patrimonio che ha scoperto di possedere è Pallaro: «Abbiamo chiesto a più riprese un adeguamento del canone ma senza risultato. Incameriamo 14 mila euro l'anno anche se dal 2016 avremmo dovuto incassarne più di 47 mila. Non si schioda nulla, e allora a tirarci su le maniche pensiamo noi», dice. La cosa anche stando allo studio di consulenza scelto dai due sindaci non confliggerebbe con Atem Verona 1 dove i Comuni rimarrebbero per la gara di gestione, fermo restando la proprietà delle reti ad altro soggetto. Il punto di partenza del ragionamento è la ricognizione, che era necessaria per Atem Verona 1, rispetto al valore delle reti: Montecchia ha scoperto così di avere lungo le strade 870 mila euro ma anche quei 47.640 euro annui di rimborso. San Giovanni Ilarione, che su questo iter è leggermente più indietro e che pure si ritrova con un canone ben al di sotto del dovuto, ragiona orientativamente su 1,4 milioni. Pallaro spiega di aver più volte, negli anni, tentato accordi con il gestore del gas e il nulla di fatto a cui è approdato gli ha fatto valutare idee alternative. «Continuare ad aspettare fa perdere valore al bene che possediamo», dice Pallaro rispetto alla paralisi di Atem Verona 1, «e sull'altro versante la concessione per Montecchia è scaduta a fine 2015». Un ragionamento simile lo fa anche Marcazzan: «La valutazione patrimoniale non è completa e siamo già ad 1,4 milioni: mancano almeno 300 mila euro relativi a nuove linee di lottizzazioni recenti. La battaglia è doppia», spiega il sindaco ilarionese. «Per un verso pretendere un canone più adeguato di quello che c'è e per l'altro poter contare su risorse enormi. Magari non potremo spenderle subito», cosidera, «perché potrebbe scattare l'obbligo di chiudere i debiti. Pagando tutti i mutui, però, si libererebbero risorse enormi ed aumenterebbe la capacità di indebitamento per il Comune. L'obiettivo di un sindaco», aggiunge, «è fare l'interesse dell'ente ma attendere ancora anni si tradurrebbe in un danno legato all'abbassamento dei valori». Terminata la fase di ricognizione anche San Giovanni Ilarione conoscerà il proprio patrimonio: i due Comuni dovranno a quel punto inserirlo nel bilancio e potranno muoversi in due direzioni, cioè richiedere nuovamente un aggiornamento del canone e contestualmente andare a gara per la proprietà delle reti. Pallaro ha già le idee molto chiare su come potrebbe utilizzare i proventi dalla vendita della rete: «Ricomprerei l’ex scuola elementare che da dieci anni e dopo alcuni passaggi di proprietà è un affare dal punto di vista finanziario. Potremmo recuperare un pezzo di storia del paese, valorizzare l'area verde destinandola a parco», dice Pallaro, «e avremo nuovi spazi utilizzabili come nuova struttura per servizi sociali o per un biennio di scuola superiore». Marcazzan va oltre: «Devo far conto del fatto che mi mancheranno i 70 mila euro annui di adesso», spiega, «ma se grazie alla vendita potrò realizzare una nuova rete di pubblica illuminazione a led non solamente compenserò con i risparmi, ma attribuirò anche un valore aggiunto alla rete». •

Paola Dalli Cani

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