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Fusione, Venezia
si pronuncia
sul Comune unico

Palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale
Palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale
Palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale
Palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale

Oggi potrebbe diventare una data storica, per i residenti dei Comuni di Caldiero e di Belfiore, perché potrebbe essere pronunciato il primo «sì» ufficiale alla nascita del Comune unico di «BelfioreCaldieroTerme». La prima Commissione Regionale, infatti, si riunirà oggi a Palazzo Ferro Fini, a Venezia, per decidere se portare o meno il progetto di fusione dei due Comuni all’attenzione del Consiglio Regionale del Veneto, affinché fissi la data del referendum consultivo, per capire come la pensa la popolazione residente dei due paesi sul fatto di diventare un unico comune.

Se la prima commissione regionale deciderà per il «sì», al Consiglio Regionale di fatto non rimarrebbe che fissare la data del referendum, entro la metà di gennaio del prossimo anno. Resta l’incognita Lega Nord: ricordiamo che parte della maggioranza che sostiene il governatore Luca Zaia si è detta contraria, in Commissione, a far proseguire l’iter della fusione ed attendere prima l’esito delle elezioni amministrative a Caldiero, che si terranno la prossima primavera.

Nel frattempo si sono concluse, dopo non pochi rinvii, le sedute della prima Commissione Regionale sull’argomento. L’ultimo incontro che hanno avuto i consiglieri regionali seduti in commissione è stato con i rappresentanti del «Comitato civico per il no alla fusione di Caldiero con Belfiore».

A spiegare le ragioni del «no» ai consiglieri regionali, si sono presentati Pierpaolo Brindani ed Ettore Da Campo, che hanno depositato agli atti gli argomenti sostenuti dal comitato oppositore alla fusione.

Tra gli interventi in aula, da registrare quello del consigliere regionale veronese Giovanna Negro, già sindaco di Arcole, che ha cercato di smontare le tesi sostenute da Brindani e Da Campo.

«Non vedo come possiate sostenere che i conti del Comune di Belfiore siano in rosso: non sono affatto in dissesto. Mi risulta che il Comune di Belfiore abbia da poco stretto un accordo con una azienda che fa logista in paese, per diversi milioni di euro», ha esordito Negro. «Non ritengo inoltre che sia stato fatto un iter in fretta e furia: di fusione tra i due Comuni se ne parla dal 2014», ha ricordato sempre Negro.

«Non capisco nemmeno come si possa sostenere che i due territori di Caldiero e Belfiore, a differenza di quello di Colognola, siano fisicamente lontani e non abbiano nulla in comune sul piano sociale ed economico», ha sostenuto Negro, «ricordo benissimo, perché allora ero sindaco e mi sono occupata della questione, che proprio riguardo al tracciato della Tav, Caldiero e Belfiore siano sempre stati considerati territori attigui e che i due paesi si sono detti contrari alla Tav, proprio perché sarebbero stati separati dalla linea ad alta velocità ferroviaria. Peraltro, proprio Caldiero verrà diviso in due dalla nuova ferrovia e potrebbe trovare una contiguità territoriale solo contemplando il territorio di Belfiore».

Il consigliere Giovanna Negro ha ricordato che Belfiore e Caldiero hanno una direzione scolastica unica e che tra i due paese esiste un’economia agricola, frutticola, del tutto simile. «Capisco che siate favorevoli più alla fusione con Colognola che con Belfiore», ha detto in definitiva la consigliere regionale di «Fare!», «ma questo non significa che dobbiate sostenere di essere lontani da Belfiore. Inoltre, quando vi è stata la vicenda dei T-Red ai semafori di Colognola, ricordo che non c’è stata alcuna vicinanza tra i due enti locali».

Il consigliere regionale del Pd, Orietta Salemi, ha chiesto se il comitato per il no sia intercomunale, cioè abbracci entrambe i Comuni. I due attivisti civici hanno risposto di no, in quanto il comitato è limitato a Caldiero. Poi il consigliere veronese Salemi ha chiesto da quanti elementi sia formato e sostenuto il comitato del no. Brindani e Da Campo hanno risposto di avere raccolto ai gazedo 50 firme a sostegno della loro azione. «Cinquanta firme per il no, su oltre 11 mila abitanti?» Questa è stata l’ultima perplessità espressa in commissione da Negro e Salemi.

Zeno Martini

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