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Fusione, Turri invita Marcazzan agli incontri

Fusione in Val d’Alpone: c’è chi chiede lo stop al referendum consultivo del 21 gennaio e chi ingrana la marcia.

«Ho chiesto al collega ilarionese Marcazzan di intervenire a due incontri pubblici, il 21 novembre a San Giovanni Ilarione e il 23 a Roncà: credo sia doveroso, in funzione del ruolo istituzionale che ricopriamo, essere parte attiva nell'illustrare ai cittadini le nostre ragioni sul tema fusione»: così, con una lettera partita ieri, il sindaco di Roncà Roberto Turri ha «risposto» alla richiesta che il collega ha fatto invece alla Giunta regionale di bloccare il referendum.

Agli incontri pubblici ci sanno anche due sindaci di Comuni fusi: il 21 quello di Longarone e il 23 quello di Val Liona. «Ammetto che sono rimasto stupito, anche perché su ciò che ritengo priorità personalmente non aspetto l'ultimo secondo per attivarmi», rintuzza Turri, «senza contare che chiedendo di stoppare il referendum Marcazzan dice no alla Regione che organizza il top della consultazione e dice ai cittadini che il 21 gennaio saranno solo loro a decidere».

Turri va al sodo: «Quel che mi interessa è che si capisca che si parla di fusione amministrativa, che il nome "Valdalpone" indicato come quello dell'eventuale Comune fuso dice da solo come l'obiettivo grande sia una fusione unificante, di tutta la valle, e che la fusione a due è solo il modo per accendere il motore. Ricordo che nel 2016 ci sono state più fusioni per incorporazione che fusioni semplici e che il nome può anche essere modificato». «Noi sindaci», dice Turri, «siamo di passaggio mentre i cittadini e i bisogni a cui potremo finalmente rispondere in modo adeguato restano. È della garanzia di un futuro che può essere più facile che stiamo discutendo».

Paola Dalli Cani

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