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Fusione, ancora
niente da Venezia
sul referendum

Seggio elettorale per un referendum: ancora nulla dalla Regione sulle fusioni dei Comuni
Seggio elettorale per un referendum: ancora nulla dalla Regione sulle fusioni dei Comuni
Seggio elettorale per un referendum: ancora nulla dalla Regione sulle fusioni dei Comuni
Seggio elettorale per un referendum: ancora nulla dalla Regione sulle fusioni dei Comuni

Un Comune che chiede di interrompere l’iter che porta al referendum per la fusione e l’altro che invece suona l’avanti tutta: in mezzo sta la Regione che sta ancora pensando a come muoversi e quindi, al momento, prende tempo. È questa la ragione per cui nell’elenco dei Comuni veneti che il 17 dicembre prossimo andranno a votare al referendum sui propri progetti di fusione, non compaiono San Giovanni Ilarione e Roncà. «Se la Giunta avesse deciso di rigettare la nostra proposta, non l’avrebbe potuto fare con un provvedimento ordinario», diceva l’altra sera Turri apprendendo la notizia. Dei due, è lui il sindaco pro-fusione, progetto costruito ancora quando il tricolore a San Giovanni Ilarione lo indossava la collega di partito Ellen Cavazza.

A giugno, quel posto l’ha preso Luciano Marcazzan, da sempre molto scettico su una fusione a due e difensore di una fusione allargata: al primo Consiglio comunale aveva riunito l’unanimità dei consiglieri attorno alla richiesta di sospendere l’iter del referendum per poterci veder chiaro e procedere con una seria e collegiale valutazione da chiudere entro il 30 ottobre. Pure Roncà, in Consiglio comunale, aveva deliberato sul tema, formalizzando un unanime «avanti tutta». Ecco dove sta il problema, «in una fattispecie che non è stata prevista dalla norma e che, per questo, ha bisogno di approfondimento», spiegavano ieri dalla Regione. «L’iter per il momento non sta procedendo, come è avvenuto per le altre richieste», spiegano da Venezia tramite l’ufficio stampa, perché «gli uffici stanno effettuando i necessari approfondimenti tecnico-giuridici in base ai quali consentire alla Giunta regionale di decidere».

«È una risposta anche questa, pur se parziale», considera Marcazzan, «ma siamo ancora in attesa; solo successivamente potremo fare degli approfondimenti. Oggi ne parlerò in Giunta e valuteremo se dare il via alla fase di analisi e di confronto che potrà diventare una delibera di Consiglio con la quale chiedere la revoca del referendum oppure il via libera».

In questi mesi come si è attivato il Comune? «Eravamo in attesa di sapere se la Regione accettava o meno la nostra richiesta», risponde Marcazzan, «non aveva senso approfondire, non ha senso lavorare se non c’è un orientamento chiaro. Oggi abbiamo una mezza risposta, ma ancora non quella sulla possibilità o meno di ritirarsi e nemmeno sui tempi entro cui decidere in merito». Turri, dal canto suo, sottolinea che «la Regione non ha rigettato il referendum e il progetto di legge sulla fusione. Nulla è perduto», rimarca, «semplicemente la situazione in cui ci troviamo non è ancora stata presa in esame. Non ne sono sorpreso, piuttosto mi auguro che San Giovanni prenda una posizione. Vorrei sapere cosa è cambiato da giugno a oggi, vorrei poter valutare se da San Giovanni esce qualcos’altro, ma rispetto al niente, rimango nella mia posizione augurandomi che la Regione sposi il mio pensiero, e cioè che è un’opportunità e che i cittadini debbano avere il diritto di dire sì oppure no, e indica quanto prima il referendum».

Paola Dalli Cani

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