<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Forze speciali mangia e bevi
È la carica del minestrone

Il ristoro del minestroneIl gruppo dei Rain Runners di Piove di Sacco
Il ristoro del minestroneIl gruppo dei Rain Runners di Piove di Sacco
Il ristoro del minestroneIl gruppo dei Rain Runners di Piove di Sacco
Il ristoro del minestroneIl gruppo dei Rain Runners di Piove di Sacco

La carica del minestrone! Impossibile, al ristoro sotto il castello di Soave, non accorgersi dei Dauli Running, sottotitolo «Divisione forze speciali magna e bevi». L’avanguardia del gruppo di 35 podisti si chiama Thomas Favero: «Dauli è una compagnia di Dolo», spiega, «e il gruppo è aperto solo a podisti che abbiano almeno uno dei tre requisiti previsti. E cioè essere brutti, correre piano, essere vecchi», dice sghignazzando. Si concentra molto nel cercare di convincere che dietro la «Divisione» si celerebbe «un gruppo secessionista che sta organizzando il secondo assalto al campanile di Venezia» ma si distrae un attimo dopo. «Colpa» di quattro ragazze vicentine che hanno rubato la sua attenzione. Non abbastanza, però, per fargli scordare la sua personale classifica dei valori della Montefortiana, per lui la quarta: «Venti chilometri, paesaggio, ristori, minestrone e china calda».

Poco lontano su una maglia fa capolino la «Banda dei malandrini»: c’è solo un podista (Giuseppe Buda) che la indossa, perchè lui fa parte della Podistica Quarrata ma ha voluto far pubblicità alla «Corri e salsiccia», la Gastronomic race che si corre il 23 settembre nella Valle del Bisenzio (in provincia di Prato), in maschera, e dove a chi mangia più salsicce e più fagioli vengono regalati notevoli «sconti» sul tempo di gara. Ovviamente tra i «pigrunners» impegnati a dar lustro al «lato suino dell’Appennino», vengono eletti (con corona di salsicce) pure il Re maiale e la Regina Maiala. Il cucchiaio affondato nel minestrone, non trascura di aggiungere che i Malandrini sono 120 e che grazie a lui hanno debuttato pure alla Montefortiana.

«28 ci manchi! Pighinazza ci manchi!», gridano intanto gli sconclusionati della Podistica Quarrata: sono i ragazzi che negli anni sono stati presenza fissa al percorso lungo della Montefortiana, «quello delle ciliegiette di Montecchia e dello zio, del Pighinazza. Noi partivamo con le borracce vuote per riempirle di grappa dal Pighinazza» (al secolo Walter Niego che si è inventato un ristoro satellite a Castelcerino).

Allegria alle stelle, e tra una risata e l’altra scopri pure che la Montefortiana ha potuto l’impossibile: «Da anni con la compagnia dei Dauli c’è un certo antagonismo, ma per venire qua tutto è stato superato», racconta Mario, podista dei Rain Runners di Piove di Sacco alla sua terza Montefortiana. Con lui Ilenia e Alda, che debuttano su queste strade, ma pure Chiara e Ornella che invece corrono per la seconda volta. Arrivavano in battaglione quando c’erano i 28 chilometri, «ma stavolta siamo in quindici, troppo pochi per fare un pullman. Così ci siamo dati da fare», racconta Mario, «e ci siamo aggregati ai Dauli. Che spasso esserci e portare i Rain, tanto corridori dei 20 o dei 14 quanto camminatori dei 9 chilometri, su tutti i percorsi!».

Perché la Montefortiana a tutti i costi? «Parchè la xe massa bea: natura, vigneti, un mare de gente. Corri divertendoti e il minestrone è il top!». E poi perché, nonostante la fama dei Rain (che porterebbero pioggia) dacché corre Mario sulla Montefortiana splende sempre il sole! P.D.C.

Suggerimenti