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Fiaccolata contro i migranti
«Pedine usate per fare soldi»

Raduno della popolazione attorno alla Vasca con il sindaco
Raduno della popolazione attorno alla Vasca con il sindaco
Raduno della popolazione attorno alla Vasca con il sindaco
Raduno della popolazione attorno alla Vasca con il sindaco

Dopo l’assemblea spontanea dello scorso giovedì del comitato della Vasca, che ha protestato in strada contro l’arrivo di una ventina di richiedenti asilo ospitati in due abitazioni del centro del paese, a Tregnago arriva anche la fiaccolata. Sarà questa sera alle 20.30, promossa dal coordinamento «Verona ai veronesi», con partenza da piazza Caduti di Nassiriya e arrivo alla Vasca, la fontana storica di via San Martino, nei pressi di una delle case designate dalla Prefettura come possibile alloggio. «Su segnalazione dei cittadini di Tregnago, ci facciamo nuovamente portavoce del malcontento popolare in seguito al nuovo e incessante arrivo di sedicenti profughi sul nostro territorio», spiega Alessandro Rancani portavoce di «Verona ai veronesi». «»Vogliamo manifestare la nostra totale opposizione alla sciagurata scelta di indirizzare altri clandestini in una realtà che già soffre di situazioni di disagio e mancanza di sicurezza», incalza, «e contro l'ingiustificata necessità di ospitare immigrati a spese del contribuente con il solo benestare di chi su di essi lucra. Non è una presa di posizione contro l’immigrato, pedina di un gioco malvagio, ma contro la politica asservita ai poteri forti e spesso occulti, contro una parte della chiesa che avendo perso il messaggio originale è orientata verso la svendita dei valori fondanti la nostra società in nome di un buonismo di stampo materialista, e contro la mera speculazione economica di quei privati che hanno più a cuore il proprio conto in banca che le sorti della loro comunità, mettendo a disposizione i propri immobili e in primis contro quelle associazioni e onlus che di umanitario hanno gran poco, note realtà che nel clandestino vedono una lauta fonte di reddito». La fiaccolata vuole convincere i proprietari, che hanno dato la disponibilità all’uso dei loro immobili per l’ospitalità ai migranti, «di non firmare l’accordo con la cooperativa di turno che fa business sull’accoglienza, determinati a far sentire forte la nostra voce per evitare che un gesto di umanità diventi l’ennesimo cavallo di Troia di cui molti tregnaghesi hanno già sperimentato le conseguenze», spiegano gli organizzatori. Che ribadiscono: «Chi non partecipa non ha diritto di lamentarsi, né ora né mai». V.Z.

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