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Fare il pieno di gas
nella Val D’Illasi
D’ora in poi si può

Ci sarà un nuovo distributore di metano gas a Colognola ai Colli
Ci sarà un nuovo distributore di metano gas a Colognola ai Colli
Ci sarà un nuovo distributore di metano gas a Colognola ai Colli
Ci sarà un nuovo distributore di metano gas a Colognola ai Colli

A breve chi abita in Val d’Illasi e avrà necessità di rifornire il proprio mezzo, auto o camion, di gas metano, non dovrà più spostarsi a San Bonifacio o a San Martino Buon Albergo, gli unici paesi della zona dotati di apposita stazione. È imminente l’installazione di un distributore a Colognola, lungo la strada della Val d’Illasi, in via Montanara, nell’ambito della stazione di servizio Bussinello srl, attiva da anni con le pompe di benzina e gpl.

«La Snam ha chiesto al Comune di approvare il proprio progetto di metanodotto per rifornire una colonnina distributrice di gas metano nela stazione situata sulla strada della Val d’Illasi, priva della distribuzione di tale prodotto», ha fatto sapere il sindaco Claudio Carcereri de Prati, sottolineando che «lo sviluppo della rete di metanodotto è per legge strategica e quindi di pubblica utilità. Il Comune ha istruito la pratica coinvolgendo le autorità interessate, tra cui la Soprintendenza ai beni storici e la Conferenza dei servizi che ha approvato il progetto».

Il piano è stato portato in Consiglio Comunale «in quanto, considerata la strategicità di tali interventi, la loro approvazione costituisce variante agli strumenti urbanistici e, quindi, presupposto per l’esproprio».

L’iniziativa è stata illustrata dall’assessore ai lavori pubblici Andrea Nogara che ne ha rimarcato «l’utilità non solo perchè sarà il primo della vallata ma anche perchè permetterà l’erogazione di un combustibile ecologico che rispetta l’ambiente».

Dalle file della minoranza, Antonio Zambaldo, leader di Noi per Colognola, gruppo che al momento del voto si è astenuto, pur convenendo che «si tratta di una buona cosa perchè costituisce un’alternativa al carburante tradizionale», ha evidenziato che «è previsto il passaggio della tubatura attraverso proprietà private fra cui un’azienda agricola di alto pregio, creando un danno a fronte di una ridicola indennità».

Ha inoltre fatto presente che «la Soprintendenza ha indicato che siano fatti gli scavi in presenza di archeologi. L’opera verrà realizzata su un’area in zona Pieve, che era centuriata e dove, quindi, potrebbero trovarsi reperti significativi. Visto che la proprietà ha un distributore ubicato anche in un’altra zona, chiedo se l’Amministrazione abbia valutato la possibilità di far realizzare il tutto là». La collega di minoranza Maria Dal Dosso ha aggiunto che «sarebbe stato anche interessante fare un’indagine su che incidenza ha il metano nella nostra zona».

L’assessore Nogara ha risposto che «dotare la Val d’Illasi di un combustibile ecologico è un beneficio per la collettività, considerato che tuttora manca. Ci è stato chiesto di istituire la colonnina qui e non di indicare altri posti, anche perchè il metanodotto ha necessità di avere una pressione del gas tale che solo collegandosi con la tubatura già esistente in zona è possibile ottenere. In merito all’indennità», ha concluso Nogara, «spetta ai privati far valere le proprie ragioni».

Interpellato sulla questione, Carcereri de Prati ha precisato: «La Soprintendenza ha confermato che l’area interessata non è soggetta a vincolo archeologico ma che, per prudenza, gli scavi devono essere sorvegliati da un archeologo».

Nel documento che contiene il parere della Soprintendenza, si legge che «pur in assenza di vincoli, il quadro insediativo del territorio circostante l’area interessata dai lavori, si mostra caratterizzato da una frequentazione attestata in età preistorica, romanica e tardoantica, evidenziando un rischio archeologico diffuso. Nell’esprimere parere favorevole all’opera», scrivono i funzionari del Nucleo operativo archeologico di Verona, «come misura cautelativa, si richiede che gli interventi di scavo siano effettuati con assistenza archeologica continuativa».

Il sindaco ha anche aggiunto che «il Comune ha istruito la richiesta di Snam e non ha alcun potere di trasformarla andando a scegliere un’area diversa, perchè tale scelta spetta alla Società nazionale metanodotti stessa. L’opera è strategica e pertanto comporta, per realizzarla, l’applicazione delle leggi sull’esproprio. Esproprio», ha concluso, «che in realtà è la costituzione della servitù di passaggio sotto terra del tubo e per questo verrà corrisposta l’indennitá prevista dalle tabelle di legge che non sono modificabili dal Comune».

Monica Rama

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