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Fare attacca:
«La Regione attivi
i 15 posti letto»

La conferenza stampa con i tre dirigenti di «Fare»
La conferenza stampa con i tre dirigenti di «Fare»
La conferenza stampa con i tre dirigenti di «Fare»
La conferenza stampa con i tre dirigenti di «Fare»

Era assessore regionale alla Sanità, il sindaco di Verona Flavio Tosi, quando sbloccò la situazione dell’ex ospedale Massalongo e con l’allora sindaco tregnaghese Marco Pezzotti accolse l’idea di rilanciare la struttura con i primi 15 posti letto di ospedale di Comunità, inaugurati nel 2010. Oggi è tornato a Tregnago, da presidente della conferenza dei sindaci, per dire che la Regione non può bloccare la programmazione socio sanitaria con delibera di giunta di fronte a una decisione del Consiglio.

La materia è in discussione davanti al Tar che si dovrà pronunciare a giorni, ma da più di un anno (si era agli inizi di dicembre del 2015) si ratificò la convenzione tra l’allora Ulss 20 e il Centro assistenza Fermo Sisto Zerbato, per l’avvio dell’ampliamento dell’ospedale di comunità, che poteva così aggiungere 15 nuovi posti letto ai 15 attualmente funzionanti. Si apriva così all’opportunità di assumere altri 13 nuovi posti di lavoro, portando 200 degenze per anno in più rispetto allo standard attuale dopo aver ristrutturato gli 800 metri quadrati del terzo piano dell’ex ospedale Massalongo.

Sembrava filare tutto liscio e invece l’intoppo è venuto dalla Regione stessa e ora Tosi ne denuncia l’immobilismo, assieme al consigliere regionale di Fare per il Veneto, Giovanna Negro e al tregnaghese Emanuele Tosi, referente provinciale del Movimento Fare!

È lo stesso Emanuele Tosi a ricostruire la storia della convenzione, citando lo stanziamento di un milione e 280mila euro dell’allora assessore Tosi per la riqualificazione strutturale del secondo piano dell’ospedale, per gli arredi e per la gestione del primo anno di attività che si avviò nel 2010 con i primi 15 posti letto. «È il primo e unico ospedale di comunità nella provincia di Verona in quanto sperimentazione regionale», attacca Emanuele Tosi, «il primo in tutto il Veneto per la tipologia organizzativa dei servizi, soprattutto con riferimento alla presenza interna di un medico geriatra e un medico di medicina generale». Anche il servizio è di tutto rispetto: «Offre un’assistenza di alta qualità 24 ore su 24», aggiunge Emanuele Tosi, «punta non solo alla riabilitazione fisica del paziente ma anche alla riabilitazione psicologica in quanto la struttura fornisce ulteriori professionalità come un logopedista e uno psicologo su chiamata».

L’utilità si estende anche a tutto il territorio: «È riconosciuto come un reale appoggio per i medici curanti della Val d’Illasi, che lo richiedono ogni qual volta ne ravvedano la necessità, senza dover sottoporre i pazienti a ricovero ospedaliero».

Il servizio si è anche evoluto, velocizzando il disbrigo delle pratiche: «È stata attivata la terapia informatizzata per una maggior certezza e sicurezza nella somministrazione dei farmaci; ha fatto parlare di sé a livello nazionale e ha ottenuto notevoli riconoscimenti anche sul piano internazionale (con la visita della Accreditation of Canada)». Resta un cruccio, però, : «Ma il raddoppio dei posti letto è ancora una promessa irrealizzata. Siamo qui a diffidare il presidente Luca Zaia e l’assessore Luca Coletto a ritirare le due delibere regionali (numero 1632 e 2174) che bloccano gli ospedali di comunità. Attivate i nuovi posti letto e attivateli subito. Siete in ritardo di oltre un anno e non possiamo più aspettare», conclude Tosi, tanto più che la precedente amministrazione del Consorzio Zerbato, che ha in gestione la struttura, ha già accantonato 800mila euro per i lavori di adeguamento. Tregnago è pronto. È pronto da troppo tempo».

Giovanna Negro alza il tiro: «C’è una delibera di 8 miliardi e mezzo di euro per sanità e sociale destinati da Roma al Veneto ma la giunta regionale ha delegato un tecnico per decidere come destinare questi soldi, affidando a terzi la risposta che la politica dovrebbe dare al territorio. Non è colpa di Roma se non abbiamo i soldi ma di politici che non si prendono le loro responsabilità. Noi continueremo la battaglia perché gli impegni siamo mantenuti».

Un’ultima stoccata è diretta all’assessore leghista alla sanità: «Coletto raccontò un anno fa che in un mese e mezzo avrebbe aperto i 15 posti di Tregnago e quelli destinati ad altri ospedali. Stiamo ancora aspettando, ma in compenso è uscita una delibera di giunta che smonta ogni decisione presa dal Consiglio», denuncia Tosi. Ora è fiducioso che la sentenza del Tar rimetterà in ordine le cose, «perché un ospedale di comunità ha una funzione importantissima che va incontro a tante famiglie. È una struttura intermedia, promessa al momento della costruzione del Polo unico».

Vittorio Zambaldo

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