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E ora va a battesimo pure il direttorio per la famiglia

«Dopo 18 anni dalla prima proposta presentata in Consiglio comunale, finalmente è stata istituita la Consulta comunale della famiglia, per noi elemento fondamentale e fondante della società». Con queste parole ha salutato il sindaco, Marcello Lovato, il voto espresso a maggioranza dal Consiglio comunale per approvare il regolamento relativo alla Consulta comunale della famiglia. «Servirà a sviluppare politiche nuove a supporto del nucleo familiare», ha sottolineato l'assessore a servizi sociali, lavoro, solidarietà e pari opportunità Laura Stizzoli, «a far collaborare tra loro le famiglie e a sviluppare reti familiari sul territorio». In disaccordo tuttavia con l'impostazione data dalla maggioranza Al centro Caldiero, i consiglieri di minoranza del gruppo Cittadini per Caldiero hanno votato contro il regolamento. «Questo è un tema delicato oggi e soggetto a continui attacchi», ha fatto notare la capogruppo di opposizione Carmen Tomba. «Infatti la vostra proposta è apprezzabile. Tuttavia ci sono alcuni aspetti che non ci trovano favorevoli, a cominciare dal fatto che nel regolamento non si parla di rappresentanti della minoranza, né di parità uomo-donna». «Viene dato un margine di discrezionalità molto alto al sindaco», ha lamentato Tomba, «che sceglierà i rappresentanti di associazioni che si occupano di famiglia. Sarebbe il caso che fossero invece le associazioni a proporre i loro nominativi». «Così come vorremmo fossero le scuole a proporre i propri rappresentanti e che non vengano scelti dal sindaco», ha proseguito Tomba. «Proponiamo inoltre di inserire nella consulta anche l'assistente sociale e pure l'assessore ai servizi sociali dell'Unione di Comuni Verona Est. Esistono inoltre comitati a livello provinciale, che operano già in questo ambito specifico». «Ma questa è una consulta comunale», ha risposto Lovato, «quindi sono fuori luogo sia i rappresentanti di organismi provinciali, che l'assessore dell'unione dei Comuni». Z.M.

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