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Due ottantenni derubate
dell’oro e dei soldi
da coppia di falsi operai

Un’auto dei carabinieri
Un’auto dei carabinieri
Un’auto dei carabinieri
Un’auto dei carabinieri

Finti operai derubano in casa due anziane donne di Terrossa: è accaduto venerdì attorno alle 13,30 ad Agnese e Clelia, due signore rispettivamente di 85 ed 83 anni che sono vicine di casa in una corte di via Grigio. Ciò che è successo, e che è il cuore di una denuncia presentata ai carabinieri del comando stazione di San Giovanni Ilarione, viene riassunto da uno dei figli di Agnese: «Mia madre era a casa. Ha sentito suonare alla porta e ha aperto senza problemi: si è trovata davanti due uomini che hanno cominciato a raccontarle che erano operai in un cantiere lì vicino, che c'era stato un guasto elettrico che aveva compromesso pure la rete del gas e creato problemi all'acquedotto». Il tutto con una parlantina molto rapida e insistente che ha finito col convincere la donna che per evitare scoppi fosse opportuno sfilarsi tutto l'oro che aveva addosso e recuperare pure quello che aveva in giro per casa.

«ANCHE LE BANCONOTE secondo quei due tizi potevano provocare reazioni chimiche strane, e mia madre ha pure recuperato i soldi che aveva a portata di mano», aggiunge il figlio. Che cosa c'entri l'acqua non si sa, fatto sta che ad un certo punto la donna è stata fatta avvicinare al rubinetto e quando le è stato detto di annusare l'acqua ha sentito un odore che le ha provocato un capogiro. Col passare dei minuti, non vedendo più uscire dalla casa di Agnese i due uomini, la vicina Clelia ha pensato di andare ad accertarsi che fosse tutto a posto. I due l'hanno ringraziata di essere passata e le hanno spiegato che sarebbero dovuti andare anche da lei. La scena si è quindi ripetuta, con i monili tolti di dosso, il recupero dei preziosi custoditi in casa e, nel caso di Clelia, anche il portafoglio.

Le due donne solo mezz'ora dopo che gli uomini se ne erano andati hanno realizzato quello che era accaduto e dato l'allarme. Una volta dai carabinieri hanno scoperto di non essere in grado di descriverli, e nemmeno di dire se parlassero italiano, dialetto o avessero qualche inflessione. La confusione più totale, insomma, «che ci ha fatto pensare alla possibilità che siano state in qualche modo intontite con qualche spray. Mia madre ricorda solo che uno di loro aveva in mano qualcosa». L'unica consolazione ce l'ha Agnese che ha conservato al dito la fede nuziale visto i due non sono riusciti a sfilarle. In serata la denuncia è stata integrata da alcune informazioni relative ad un'auto che qualche residente aveva notato aggirarsi per le contrade e fare lunghe soste in coincidenza con i crocevia. P.D.C.

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