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Donne, stranieri e operai Via Crucis sull’attualità

L’artista Maffeo d’Arcole, qui impegnato in un lavoro precedente
L’artista Maffeo d’Arcole, qui impegnato in un lavoro precedente
L’artista Maffeo d’Arcole, qui impegnato in un lavoro precedente
L’artista Maffeo d’Arcole, qui impegnato in un lavoro precedente

Non ci saranno la flagellazione, le tre cadute salendo la via dolorosa, la corona di spine intrecciata dai soldati, il Cireneo chiamato per portare la croce e la Veronica che asciuga il volto sanguinante di Cristo. Niente di tutto questo, niente delle icone classiche della Via Crucis, ma sarà un percorso contemporaneo, quello realizzato dall’artista Maffeo d’Arcole, che passa tra e dagli ultimi: i disoccupati, le donne violate e i profughi che fuggono dall’Africa, in cerca di asilo. Sarà una Via Crucis a dir poco sui generis, quella che verrà rappresentata sabato 24, dalle 20, alla vigilia della festa liturgica delle palme e all’inizio della settimana santa. La Via Crucis ideata per la prima volta da Maffeo Burati, è una rivisitazione artistica del percorso di Cristo verso il monte Calvario, attualizzata, per accostare Cristo alle piaghe degli uomini e ai mali di oggi. Saranno tre le stazioni e quattro le scene del percorso che partirà dall’Arco dei Croati, in via Rosario, dopo la messa prefestiva delle 19. La prima stazione verte sull’immigrazione: da un barcone della disperazione, scenderanno alcuni profughi, che verranno accolti da un gruppo di bambini. Con i migranti, scenderà dal barcone anche Cristo, interpretato da un attore d’eccezione: il parroco di Arcole, don Diego Castagna. Dall’arco storico, Cristo, con la croce, alla quale un bambino attaccherà un fazzoletto azzurro, si incamminerà fino a raggiungere il sagrato della chiesa parrocchiale. Qui, dentro ad una gabbia, Cristo incontrerà le donne violentate e sfregiate dai loro compagni e che in volto porteranno una maschera bianca. Sarà la denuncia di Maffeo alla violenza contro le donne e ai femminicidi. Cristo incontrerà le donne violate nel fisico e nella dignità, entrando con loro nella gabbia, ma le farà uscire da quella prigione e loro lo seguiranno portando insieme la croce. Una di loro attaccherà alla croce un fazzoletto rosa. Alla loro liberazione, una ballerina, Laura Poggiato, danzerà la gioia dell’incontro tra le donne liberate e Gesù. Alla terza stazione, vicino al ponte della battaglia sull’Alpone, accanto al capitello di San Giovanni Nepomuceno, sopra un carro agricolo antico, simbolo della civiltà contadina, staranno un gruppo di lavoratori, vestiti con tute da lavoro di varie industrie ed indossate per differenti occupazioni. Aziende in salute ma che hanno deciso di trasferirsi e delocalizzare, e aziende in crisi, che stanno per chiudere. Imprese, in un modo o nell’altro, che alimentano la disoccupazione in Italia. Cristo salirà sul carro con gli operai, rimasti senza la dignità di uno stipendio, e uno di loro attaccherà un fazzoletto rosso alla croce. Cristo, scendendo dal carro dei contadini, verrà preso dai soldati romani e verrà crocifisso, secondo le modalità evangeliche, a ridosso dell’argine dell’Alpone. Morendo sulla croce, Gesù Cristo si caricherà dei mali (simboleggiati dai tre fazzoletti colorati) che ha incontrato e toccato nel mondo d’oggi. La Via Crucis attualizzata del regista Maffeo, verrà commentata da una voce narrante e sarà accompagnata da una colonna sonora. Sono una sessantina, tra attori e comparse, le persone coinvolte nell’allestimento: una sacra rappresentazione artistica realizzata con la collaborazione del gruppo Amici di don Sbalchiero e della parrocchia di San Giorgio. Le tre stazioni, verranno contraddistinte da tre tele dell’artista arcolese, che sottolineeranno le tre tematiche. Inoltre, all’inizio e al termine della singolare via Crucis, i campanari del nuovo gruppo campanario di Arcole suoneranno i bronzi dal campanile, per creare un’atmosfera suggestiva. •

Zeno Martini

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