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«Disturbo
e tecnici
compiacenti»

La replica dell’avvocato Paolo Mistruzzi alla Commissione regionale Via, alla quale è seguito il diniego all’accoglimento dell’istanza per l’apertura di una miniera di bentonite sul Monte Belloca, è contenuta in otto pagine fitte di relazione, dai toni piuttosto accesi, in cui denuncia «un malcelato tenore di disturbo a fronte di un progetto di ricerca avviato con il consenso del territorio, che via via però ha mutato atteggiamento, mettendosi di traverso con ogni mezzo, lecito e illecito, sposato da funzionari che talora preferiscono servire piuttosto che sviluppare».

L’avvocato Mistruzzi non le manda a dire neanche ai sindaci che si sono succeduti dal momento della domanda (si tratta di Marco Pezzotti e di Renato Ridolfi), definendoli: «sceriffo di turno del Comune di Tregnago», a causa della lettera da loro prodotta e a dire del legale «ricattatoria e intimidatoria, inviata alla Soprintendenza con intimazione a ritirare l’approvazione, violando le norme di legge».

L’avvocato Paolo Mistruzzi parla inoltre di «tecnici compiacenti e di silente struscio amministrativo», lamentando il fatto che un diniego comporterebbe un danno che nessun imprenditore potrebbe accettare senza una rivalsa.

Il punto centrale della relazione presentata dall’avvocato è quello in cui si sottolinea che il giacimento di bentonite esiste davvero e può essere coltivato, e che smonta attraverso poche battute centinaia di pagine di osservazioni presentate dai tecnici e che hanno portato al parere negativo; inoltre l’avvocato Mistruzzi definisce le sorgenti della Bellocca: «di ridicola importanza».

Data la bocciatura della richiesta di apertura della miniera di bentonite da parte della Commissione Via, a questo punto a La M. Mineraria non resta aperta che la strada del ricorso al Tar. V.Z.

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