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Decisiva la marcia indietro
della Sovrintendenza

L’assessore Guido Pigozzi
L’assessore Guido Pigozzi
L’assessore Guido Pigozzi
L’assessore Guido Pigozzi

Non è stato facile per l'amministrazione tregnaghese portare a casa un risultato che difende il proprio territorio da un'aggressione che ne avrebbe modificato per sempre le caratteristiche e avviato un polo minerario dagli sviluppi imprevedibili. Già nel 2009 gli allora assessori Renato Ridolfi e Guido Pigozzi oggi rispettivamente sindaco e assessore con delega alle attività produttive, al turismo e alla tutela del territorio, avevano detto e ribadito di non volere cave o miniere confini di Tregnago, «perché ci interessa mantenere il territorio nella sua integrità e nelle sue potenzialità: anche quel paesaggio lunare e brullo del versante nordovest del Monte Bellocca ha il suo fascino turistico e didattico». La successiva approvazione del Piano di assetto del territorio ha inserito vincoli di maggior tutela rispetto a quello paesaggistico che c'era prima. Ma non è bastato. L'architetto Gianna Gaudini, soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici, prima di lasciare l'incarico per la nuova destinazione bolognese, aveva firmato un parere positivo per la miniera, pur con una serie di prescrizioni. «Solo grazie a una segnalazione della segreteria della Soprintendenza ci è stato chiesto cosa pensassimo dell’opinione della Sovrintendente», informano Ridolfi e Pigozzi, «e grazie al presidente della Provincia abbiamo recentemente incontrato Fabrizio Magagni, nuovo soprintendente, che è venuto sul posto, si è reso conto di persona della situazione, ha preso visione dei problemi ostativi del Comune, della Provincia, dei Servizi Forestali e delle associazioni e si è preso la responsabilità di sospendere il parere precedente e successivamente inviare alla Commissione Via un parere decisamente contrario alla miniera». E ora c’è soddisfazione: «Non siamo un paese a vocazione estrattiva», ribadisce Pigozzi, ricordando invece quella agricola di pregio e quella turistica legata al clima, ai monumenti, alle ville, al paesaggio nel suo complesso: «ogni 4 o 5 anni si presenta qualcuno per chiedere di aprire una cava o una miniera sulla Bellocca. Speriamo che adesso, forti delle direttive del nuovo Pat e del Piano degli interventi, non ci siano più richieste di questa natura», si augurano sindaco e assessore. V.Z.

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