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Dalla «giungla» sbuca pedone Salvo quasi per miracolo

La vegetazione lungo la provinciale 17: arriva a coprire persino un segnale stradale
La vegetazione lungo la provinciale 17: arriva a coprire persino un segnale stradale
La vegetazione lungo la provinciale 17: arriva a coprire persino un segnale stradale
La vegetazione lungo la provinciale 17: arriva a coprire persino un segnale stradale

La boscaglia lungo il ciglio stradale «inghiotte» un pedone che sbuca improvvisamente al passaggio di un’auto: se il drammatico bollettino degli incidenti stradali qualche sera fa non si è aggravato è stato solo per la prontezza dell’autista. «L’investimento era qualcosa di matematico, non so nemmeno io come sia stato possibile evitarlo: stavolta è andata bene, ma le strade non possono essere lasciate in queste condizioni!»: la voce è quella di Alberto Pirana, che qualche sera fa, alla guida del suo Land Rover Defender, stava percorrendo la provinciale 17 tra il ponte della Rezzina, a San Bonifacio, e Monteforte d’Alpone. «Grazie a Dio non correvo perchè non so cosa sarebbe potuto accadere», premette, e racconta che «lungo il ciglio stradale, giustamente in direzione contraria al mio senso di marcia, ad un certo punto è sbucata una persona che stava procedendo a piedi. La boscaglia la nascondeva completamente e il fatto che non indossasse nulla di catarifrangente e che in quel tratto non ci sia illuminazione ha fatto il resto: non so nemmeno io come ho fatto», racconta Pirana, «ho scattato repentinamente sulla sinistra quando, fortunatamente, in direzione contraria non proveniva nessuno. Il baricentro della mia auto è molto alto e sono riuscito a tenerla in strada». Pirana è ancora molto scosso, «perché non mi capacito delle condizioni in cui sono i cigli stradali e mi domando che cosa sarebbe potuto succedere se al posto mio ci fosse stato magari un anziano oppure un automobilista distratto. Quel pedone sarebbe stato falciato». Solo un paio di settimane fa ci eravamo occupati del problema che preoccupa i tanti che quotidianamente percorrono la strada provinciale 17 in tutta la sua lunghezza, cioè una quarantina di chilometri tra San Bonifacio e l’alta Val d’Alpone. A sollevarlo era stato anche Roberto Turri, sindaco di Roncà, che nel denunciare lo stato di abbandono dei cigli stradali e chiedendo l’intervento della Provincia, aveva anche raccontato di essere intervenuto in prima persona, coi mezzi del suo Comune, per mettere in sicurezza la rotonda della Pergola e quella del ristorante Tregnago, pur fuori dalle competenze territoriali. A questa situazione ci si è arrivati, come ha spiegato la Provincia, perché a fronte di una massiccia dichiarazione di disponibilità da parte dei Comuni a provvedere agli sfalci in convenzione con la Provincia, solo una parte di essi ha in realtà sottoscritto la convenzione: risultato, una montagna di strade rimaste in carico alla Provincia che aveva fatto una programmazione su proiezioni ben diverse. «Il pericolo è evidente, senza contare l’immagine di degrado che in queste condizioni i cigli stradali danno: oltre tutto», osserva Pirana, «di strade alternative non ce ne sono anche se forse una bretellina che seguisse l’argine dell’Alpone potrebbe essere un’idea. Io non sono un tecnico, non mi avventuro su terreni che non conosco ma l’allarme lo lancio perché l’ho verificato sulla mia pelle quanto sia reale il pericolo creato da cigli stradali lasciati in questa situazione di abbandono». L’insidia è per strada, dove in moltissimi tratti il guard rail è reso invisibile dalla vegetazione e agli incroci dove, in più punti, la visibilità è inesistente e costringe ciclisti, pedoni e conducenti di auto, moto e camion a sporgersi pericolosamente sulle strade in cui vogliono immettersi. •

Paola Dalli Cani

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