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Dall’inceneritore alla manutenzione dei greti

Il governatore Luca Zaia
Il governatore Luca Zaia
Il governatore Luca Zaia
Il governatore Luca Zaia

Dopo aver fatto la guerra all'inceneritore di Ca' del bue, il Coordinamento dei comitati lancia un avvertimento al governatore Luca Zaia. Secondo il presidente del sodalizio, lo zeviano Leonardo Bray, sono sempre gli stessi i «mali da curare», alla luce anche dei recenti disastri capitati a livello nazionale: tutela del territorio, viabilità e ponti, acqua bene comune. «È sotto gli occhi di tutti la mancata manutenzione del greto dell'Adige e di quelli dei torrenti Illasi, Tramigna e Alpone, con la crescita spontanea di alberi e accumulo di detriti di ogni tipo. I campanelli d'allarme sono già suonati qualche anno fa con gli allagamenti a Soave e a San Bonifacio», scrive il Coordinamento al governatore Zaia. Bray ritiene urgente intervenire sul torrente Illasi «prima che sia troppo tardi. Si otterrebbe il duplice scopo di scongiurare possibili allagamenti e di recuperare materiale inerte per il treno ad alta velocità sulla linea Brescia-Verona, evitando di lacerare con maxi cave la zona golenale di Zevio». La missiva prosegue chiedendosi se le ricorrenti inondazioni da tropicalizzaione del clima siano da attribuire soltanto ai fenomeni atmosferici. Se Consorzi di bonifica e Comuni facciano sinergia, oppure se ognuno degli enti vada per proprio conto nella gestione del reticolo provinciale di canali. Ancora: se i frontisti (leggasi agricoltori) sono coinvolti nelle manutenzioni ordinarie degli scoli. Il Coordinamento dei comitati passa a citare uno studio della Cgia di Mestre per tirare in ballo la questione pericolosità di viabilità e ponti. Secondo lo studio il triangolo industriale Milano-Bologna- Padova ogni anno sarebbe attraversato da 240 mila mezzi pesanti. E che ogni 365 giorni province come Verona, Vicenza, Padova e Treviso registrano oltre 3mila richieste per il trasporto di carichi eccezionali. Vale a dire oltre le 44 tonnellate ciascuno. «È un modo sbrigativo di affrontare il problema attribuire i crolli di viadotti e ponti costruiti decenni fa a mancate manutenzioni. Vanno semmai limitati i massimali di carico per evitare il ripetersi di tragedie». Quanto all'acqua, il Coordinamento esprime preoccupazione per la contaminazione da Pfas subita dai residenti nel cosiddetto triangolo rosso, «che potrebbe estendersi. Personalmente», argomenta Bray nella missiva a Zaia, «sto constatando un abbassamento di 6-7 metri dalla falda normalmente presente a 100 metri di profondità, dovuta a periodi di siccità prolungata e ai pozzi irrigui scavati dagli agricoltori». Perciò al Genio civile il Coordinamento chiede di obbligare gli agricoltori a dissetare le colture attingendo dalle falde poco profonde, in modo da preservare l'acqua più pregiata e limitare inquinamenti da diserbanti sparsi in superfice. Il Coordinamento conclude invitando la Regione ad accogliere i suggerimenti dei comitati e auspicando che la politica rimetta al centro la questione ambientale, "che determina scelte di fondo e governa la stessa idea di sviluppo». Il Coordinamento si è costituito circa cinque anni fa davanti a un notaio. Sottoscrissero l'atto sette comitati (erano i tempi di Ca' del Bue). Cessata la questione inceneritore, alcuni comitati si sono sciolti e qualche altro è rimastye per continuare la battaglia contro l'inquinamento in genere. •

P.T.

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