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Da Milano nonna Marcy
da Mestre invece i cinesi

Il gruppo cinese: dopo l’esperienza del 2016 è ritornato
Il gruppo cinese: dopo l’esperienza del 2016 è ritornato
Il gruppo cinese: dopo l’esperienza del 2016 è ritornato
Il gruppo cinese: dopo l’esperienza del 2016 è ritornato

Alla Montefortiana come in Arena: è stata la voce del soprano Ketty Muzzolon a dare il via, cantando l’inno nazionale, all’edizione numero 42 del fortunatissimo (e affollatissimo) Trofeo Sant’Antonio Abate-Falconeri. Pure lei, una dama bianca apparsa tra i migliaia di podisti assembrati all’inizio di via Perazzolo, è stata una dei protagonisti di questa edizione da record.

Sono i pettorali a raccontare la marcia di avvicinamento alla Montefortiana: Genny Zambon e suo fratello Giannantonio (di Pressana) ostentano il 5850 e il 5764 che fa il pari col 10134 dell’amica di Veronella Stefania Dal Cero. «Genny a settembre si sposa, deve dimagrire, e allora l’ho convinta a venire qua», dice ridendo Giannantonio. Lui di Montefortiane all’attivo ne ha 10 sui 14 chilometri, ma ieri era pronto per sciropparsene 20.

Maya, il cagnolino di Emanuele, Sonia e Sara (che arrivano da Martellago) trema per l’emozione circondata com’è di gente: «Stavolta, la settima, ci buttiamo nella passeggiata da 14 chilometri in questa valle incantata», dice Emanuele. Sette ritorni alla Montefortiana, perché? «Non si può mancare, per noi podisti è un ottimo punto di ritrovo... e poi per le alette del Paciani!». A quattro, anzi a otto zampe, è la marcia che si apprestava a fare Rosanna Scapini (di Palazzolo di Sona) tenendo al guinzaglio Bibo e Rudy. Sulla testa un cappello che riproduce un animale non meglio identificato ma dotato di becco: «Ho dieci Montefortiane all’attivo», diceva la donna, «e quest’ anno penserei di provare i 20 chilometri. Perché torno? Perché qua si corre proprio perché la corsa è una festa».

In fila alle casse, e non erano ancora le 8, c’era ieri mattina anche Maria Grazia Cocco (di Montebello): tra le mani, dopo qualche minuto, il pettorale numero 17275. “E’ la seconda volta che vengo. La prima, dieci anni fa, c’era le nebbia. Un mese fa ho deciso che sarei tornata, e guarda che sole». Due lustri, a sentirla parlare, non hanno cancellato il ricordo dell’esperienza: «C’era sì la nebbia e freddo, ma era stato tutto bello, le persone, le chiacchiere e il fatto che alla fine ti diverti in gruppo».

DAVANTI ALLA GRADINATA del municipio anche la «delegazione» cinese guidata da Shenmei Zhang, maestra di Tai Chi a Mestre. Guida La scuola di Sana, l’anno scorso ha vissuto la sua prima Montefortiana e quest’ anno ha fatto il gruppo italo-cinese degli allievi della scuola. «Faremo i 14 chilometri per far ginnastica», dice la maestra dispensando sorrisi, «perché questo ambiente e queste colline sono meravigliose». Poi si ferma e scoppia a ridere: “Ma anche per mangiareeee!!! e per il vinooo!!!».

Chi va a birra (almeno a giudicare dalle maglie) sono invece Francesco, Daniele e Stefano, tre dei Birrarunners-A tutta birra di Lecco: «Per noi è la seconda volta», dicono Daniele e Stefano, «e ci buttiamo sui 20 chilometri. Come l’abbiamo convinto?», aggiungono guardando Francesco, «raccontandogli delle salamelle con la polenta del ristoro lassù in alto, a Fittà».

Per strada ci sono piccolissimi, bambini, ragazzi, adolescenti, adulti, mamme-papà-zii e anche tanti nonni. Uno tra i più giovani dei podisti, pronto ai 9 chilometri del percorso per famiglie, è Filippo Zanirato: ha 4 anni, certifica sollevando indice-medio-anulare-mignolo, e arriva da Lusia (Rovigo). Lui, a modo suo, è un veterano e racconta che col papà Thomas a Monteforte ci è venuto anche l’anno scorso. «È unica nel suo genere», dice papà Thomas spiegando il ritorno. Ma se a Filippo chiedi cosa gli sia piaciuto di più l’anno prima, lui non ha dubbi: «I wustel!».

Nonna Marcy la incrociamo invece lungo i 20 chilometri: si chiama Marcella Fasani e, come tutti i colleghi podisti del gruppo Quelli della via Baracca, ha il nome scritto sulla schiena. «Nonna Marcy perché sono nate due gemelle!», dice gioiosa la signora di 65 anni che arriva da Orsona (Milano). È la sua prima Montefortiana ma le idee pare avere già chiare: “Magnifica organizzazione, meraviglioso paesaggio!».P.D.C.

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