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Da 80 anni i Melegaro vi fanno una testa così

Giuseppe Dino Melegaro, con la foto di famiglia e i vecchi strumenti
Giuseppe Dino Melegaro, con la foto di famiglia e i vecchi strumenti
Giuseppe Dino Melegaro, con la foto di famiglia e i vecchi strumenti
Giuseppe Dino Melegaro, con la foto di famiglia e i vecchi strumenti

Avrebbe raggiunto abbondantemente l'età della pensione, ma di chiudere bottega Giuseppe Melegaro, detto Dino, 70 anni e 56 di attività, non ha alcuna intenzione. Ha portato avanti l'esercizio del padre Marcello, quello di barbiere, aperto 80 anni fa, in via del Popolo. «È vero, gli anni passano, ma la passione, l'entusiasmo per questo lavoro, non viene meno ed è costante», confessa. «Ringrazio mio papà per avermi insegnato e trasmesso questo mestiere: sono fiero di essere un barbiere». Nella bottega di Melegaro vengono a tagliarsi i capelli clienti, non solo di Ronco, ma anche di Caldiero, Belfiore, Arcole, San Bonifacio, Zevio, Oppeano, Albaredo, San Giovanni Lupatoto e persino di Verona. La bottega, inoltre, è la sede del circolo «Pietre scartate», una definizione amara e ironica per definire gli anziani: «Qui, tutti i giorni, un gruppo di anziani si ritrova per chiacchierare e per esprimere parole in libertà e scambiarci qualche confidenza», continua Melegaro. «Un circolo esclusivo che fa leva sull'amicizia vera, non quella fittizia dei social». Il negozio di barbiere venne acquistato e avviato nel 1937 da Marcello Melegaro, padre di Giuseppe: in precedenza Marcello aveva esercitato la professione di sarto. Dopo il matrimonio ebbe cinque figli, quattro maschi e una femmina. Tutti hanno svolto la professione del padre. Il primo ad affiancarsi al genitore e poi ad aprire un nuovo salone, è stato Gustavo Melegaro, nel 1954 andò alle Golosine, nel nuovo negozio comprato dal padre. Gustavo scelse di fare il parrucchiere da donna. A fianco, in un secondo negozio, arrivò poi il secondogenito, Renzo, parrucchiere da uomo. Tra il 1959 e il 1960, dovendosi Renzo assentare per il servizio militare, lo sostituì l'ultimogenito, Giuseppe, di 14 anni. Fin da bambino, aveva giocato poco con i coetanei e, terminata scuola, il piccolo si fermava in bottega ad aiutare il padre. «Raccoglievo i capelli tagliati con la scopa che era più alta di me. Negli anni Cinquanta, non esistevano orari di apertura: si lavorava anche 12 ore al giorno, finché c’era gente. Sabato e domenica anche». «Iniziai a fare il barbiere alle Golosine da solo, ma c'era mio fratello Gustavo nel negozio a fianco che mi consigliava», ricorda Giuseppe. «Partivo da casa il lunedì sera e tornavo a Ronco il sabato sera. Dormivo e mangiavo sempre nel retrobottega del negozio». Ma per Giuseppe sono stati anni bellissimi, faticosi, ma ricchi di esperienza e di conoscenze: «Mi hanno portato alla maturazione, sia nella professione, che nella vita. Nel 1964 venne a lavorare nel negozio delle Golosine mio fratello Giuliano, che si trasferì con la famiglia. Rimasi un po’ ad affiancarlo, per fargli conoscere la clientela». Nel 1966 morì il padre e la bottega di Ronco venne rilevata da Renzo. «Affiancai dapprima Renzo che poi nel 1968 si sposò e aprì un negozio di parrucchiere, a Verona». Intanto Giuseppe, che si sposò nel 1970, rimase da solo a Ronco. «Iniziai nel ’68 l’ avventura in piena autonomia: il lavoro non è mai mancato. E l’esperienza da solo alle Golosine, mi servì moltissimo. In via del Popolo c’erano vari negozi che con il passare degli anni hanno cessato l'attività. Oggi la mia bottega è la più vecchia di quelle ancora aperte. Il mio è stato un negozio molto frequentato e ho trattato i miei clienti sempre con serenità e confidenza, instaurando un clima familiare con loro. Sono la mia famiglia e non potrei mai chiudere la porta del mio negozio, lasciandola fuori». • Z.M.

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