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Crollo e fragore del campanile Ricostruito il dramma del 1950

Il terrore del parroco don Felice Penzo, impersonato dall’attore Giuseppe SittaBambini sotto i banchi: quando il campanile si sgretolò, si pensò ad un terremoto FOTO DIENNE
Il terrore del parroco don Felice Penzo, impersonato dall’attore Giuseppe SittaBambini sotto i banchi: quando il campanile si sgretolò, si pensò ad un terremoto FOTO DIENNE
Il terrore del parroco don Felice Penzo, impersonato dall’attore Giuseppe SittaBambini sotto i banchi: quando il campanile si sgretolò, si pensò ad un terremoto FOTO DIENNE
Il terrore del parroco don Felice Penzo, impersonato dall’attore Giuseppe SittaBambini sotto i banchi: quando il campanile si sgretolò, si pensò ad un terremoto FOTO DIENNE

Zeno Martini Oltre mille persone, non solo di Arcole, hanno potuto riascoltare la «voce delle campane». Si, perché a mezzogiorno le campane del campanile della parrocchiale hanno risuonato in tutto il paese, azionate manualmente dalla nuova squadra camparia, che è stata «battezzata» alla messa dove ha ricevuto il mandato dal parroco don Diego Castagna ed è stata benedetta, accanto ai bimbi di Arcole che hanno ricevuto il battesimo. Una formazione di 20 campanari, che conta bambini, ragazzi, giovani, adulti ed anziani del paese. Questi ultimi stanno tramandando il sistema veronese di tirare i bronzi ai più piccoli. Il primo concerto campario manuale, è stato possibile perchè le sei campane, che prima erano solo elettrificate, da poche settimane dispongono del nuovo sistema anche per essere suonate manualmente. Si tratta delle cinque campane originali del Seicento, presenti sul campanile crollato il 15 ottobre del 1950. I cinque bronzi maggiori vennero rifusi dalla ditta Cavadini prima del 1930. Nel 1971 venne aggiunta la sestina della ditta De Poli. Attualmente il concerto di Arcole, composto da sei campane, supera i 47 quintali. Per l’inaugurazione del nuovo duplice sistema, che consente ora di suonare le campane sia con le funi, che a distanza, elettricamente, è stata allestita una performance artistica, con la regia dell’artista Maffeo d’Arcole: «Far sentire la voce delle campane». Venticinque comparse, tra bambini, giovani ed adulti, hanno rievocato i momenti terribili quando 67 anni fa, alle 9 di mattina, appena terminata la messa, crollò il campanile, innalzato a 57 metri appena 20 anni prima, nel 1930. Nell’occasione, è stata appoggiata alla facciata della chiesa, la scritta originale che campeggiava sul vecchio municipio «La casa della dottrina cristiana», caduta e spezzata dopo il crollo. All’interno della casa della dottrina cristiana, nel momento in cui rovinò a terra la torre camparia, vi erano circa 500 bambini e ragazzi per il catechismo domenicale, tutti rimasti illesi. È stato possibile visitare anche i resti che erano alla base del vecchio campanile crollato, rimasti chiusi in oratorio per 67 anni, riportati alla luce ora e illuminati appositamente dal parroco, don Diego Castagna. Il quale ha raccolto anche in un quadernetto le testimonianze di alcuni di quei 500 bambini miracolati, che hanno visto 67 anni fa il crollo e gli effetti che provocò questo evento, tra la gente del paese. Sul sagrato, Maffeo d’Arcole ha riportato i bimbi dentro la casa della dottrina cristiana, con la maestra di catechismo, che scambiò la caduta del campanile per il terremoto e invitò i ragazzini a mettersi sotto i banchi. Le pie donne che cantavano in chiesa Noi vogliam Dio, Vergin Maria vennero interrotte dal fragore della rovinosa caduta. Campanile riprodotto da Maffeo su un telo di dieci metri per quattro, steso tra la chiesa parrocchiale e il nuovo campanile. Improvvisamente il telo con il campanile si è accartocciato su se stesso, il fragore del crollo si è potuto udire dagli altoparlanti e il fumo emesso dai macchinari, ha riprodotto la polvere che si elevò dalle rovine. Alcuni anziani presenti si sono detti commossi al punto da avere gli occhi lucidi, perché, dopo 67 anni, hanno rivissuto quei tremendi istanti, di cui loro furono testimoni. Una performance storico–artistica possibile grazie alla collaborazione dei volontari del circolo Noi di Arcole, del gruppo alpini (che hanno preparato il pranzo comunitario)e del gruppo Amici di don Sbalchiero. La ditta di Flavio Bettin si è occupata delle luci, degli effetti speciali e della colonna sonora dei film con Fernandel e Gino Cervi Don Camillo e Peppone, visto che eravamo nel 1950. Dietro la regia di Maffeo d’Arcole, l’attore Giuseppe Sitta ha impersonato l’arciprete don Felice Penzo, che ha gridato al miracolo, come 67 anni prima: «Grassie Dio, che te ne ghe salvà tuti i fioi», le sue stesse parole. Il dottor Gianni Pizzolo si è occupato di montare il filmato, che è stato proiettato in chiesa la sera prima e poi in oratorio con le immagini della caduta, le note del parroco, don Penzo e le fotografia della costruzione del nuovo campanile. •

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