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Corteo contro l’arrivo in paese
di profughi: «In 500 a dire no»

Il corteo di «No profughi» si è svolto senza incidenti, sotto gli occhi delle forze dell’ordine FOTO AMATOManifestanti e cartelli al corteo
Il corteo di «No profughi» si è svolto senza incidenti, sotto gli occhi delle forze dell’ordine FOTO AMATOManifestanti e cartelli al corteo
Il corteo di «No profughi» si è svolto senza incidenti, sotto gli occhi delle forze dell’ordine FOTO AMATOManifestanti e cartelli al corteo
Il corteo di «No profughi» si è svolto senza incidenti, sotto gli occhi delle forze dell’ordine FOTO AMATOManifestanti e cartelli al corteo

Circa 500 persone, secondo le stime degli organizzatori, hanno partecipato alla fiaccolata organizzata dal comitato «No profughi» di Tregnago, sostenuto dal comitato «Verona ai Veronesi», per protestare contro l’arrivo di una ventina di richiedenti protezione internazionale i quali dovrebbero essere ospitati in due abitazioni in centro del paese. Il lungo corteo dei manifestanti, accompagnato dalle forze dell’ordine, partendo da piazza Caduti di Nassiriya si è concluso con il comizio in piazza Mercato, dove sono intervenuti i coordinatori del comitato «No profughi», Ingrid e Giorgio Sommacampagna, Alessandro Rancani, portavoce di «Verona ai Veronesi» e, a titolo personale, Luca Castellini e Andrea Mascellani. Per espressa volontà dei comitati organizzatori, alla manifestazione erano infatti esclusi slogan e bandiere di partito e le uniche che hanno sventolato sono stati il tricolore e quelle gialloblu del comitato «Verona ai Veronesi». Tutto si è svolto correttamente e hanno potuto partecipare al corteo in tranquillità anche anziani e famiglie con bambini piccoli nel passeggino. «Siamo davvero soddisfatti della risposta all’iniziativa», commenta Giorgio Sommacampagna, «a dimostrazione che la gente ha capito che il problema non sono i cosiddetti profughi, ma chi accetta questa invasione senza farsi delle domande. Si è presentata gente che ha avuto il coraggio di esprimere le proprie idee anche a scapito di essere tacciata di razzismo da chi odia il pensiero non conforme», denuncia Sommacampagna. «Se dovesse succedere qualcosa in seguito alla presenza di questi migranti, non andremo da loro a chiederne conto, ma ai tregnaghesi che non sono scesi in piazza con noi», conclude il coordinatore.

«È una finta ospitalità», rincara Rancani, felice di aver visto più gente partecipare a Tregnago che a Legnago o a San Bonifacio in analoghi eventi, «perché la gente sarebbe ben disposta ad accogliere, anche senza chiedere alcun rimborso allo Stato, chi ne avesse veramente bisogno, come i nostri terremotati che dormono sotto le tende. Qui invece si accolgono finti profughi che andrebbero chiamati correttamente clandestini, diventati commercio umano da anni per decisioni imposte dall’alto, come il progetto di sostituire gradualmente la popolazione europea con soggetti di cultura e religione diverse. Abbiamo bisogno di speranza e garanzie per i nostri figli e solo quando avremo queste certezze potremmo rivolgerci altrove senza essere costretti ad accogliere chi ci viene imposto dall’alto», conclude Rancani. «Ringrazio le forze dell’ordine e i volontari tregnaghesi che hanno fatto sì che il corteo si sia svolto nel massimo ordine, consentendo una legittima manifestazione democratica», è il primo pensiero del sindaco Simone Santellani, «e ringrazio i miei concittadini che hanno espresso i loro timori e perplessità con forza ma con assoluta compostezza. Contrariamente a quanto sostenuto da qualche persona non di Tregnago dal palco, seguendo un copione, l’amministrazione comunale si sta impegnando molto sul tema, confrontandosi con tutte le autorità competenti, cercando il giusto equilibrio per una soluzione ottimale, che garantisca la solidarietà ai richiedenti protezione internazionale, ma nel rispetto del diritto alla sicurezza e al benessere dei tregnaghesi. E i risultati stanno arrivando», osserva il sindaco.•

Vittorio Zambaldo

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