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Contratto con gli ospiti
Pronti ad aiutare
nelle manutenzioni

Profughi al lavoro
Profughi al lavoro
Profughi al lavoro
Profughi al lavoro

Da circa sei mesi, ad Arcole vivono otto immigrati africani sbarcati a Lampedusa, giunti su barconi condotti da scafisti, dopo aver attraversato a piedi il deserto. A partire da lunedì, queste otto persone entreranno in servizio svolgendo lavori di pubblica utilità per il Comune, a vantaggio della collettività.

Contribuiranno a migliorare con la loro opera la manutenzione di strade, piazze, giardini pubblici, garantiranno inoltre il decoro anche dei cimiteri.

«Abbiamo sottoscritto un accordo di programma seguendo quanto predisposto dalla Prefettura per gli enti locali, con la cooperativa Virtus, che ha trovato qui ad Arcole alloggio per gli otto immigrati», annuncia il sindaco, Alessandro Ceretta. «Il contratto prevede che questi otto immigrati vengano impiegati per lavori socialmente utili dall’ente locale».

«Tra le occupazioni che svolgeranno, ci sarà il riassetto e la pulizia di strade e marciapiedi, la manutenzione di beni pubblici, quali panchine e giostrine, la pulizia dei cimiteri e la manutenzione degli spazi verdi comunali», elenca il primo cittadino.

«Lavoreranno in due turni tutti i giorni», prosegue Ceretta, «quattro ospiti per quattro ore il mattino ed altri quattro per quattro ore nel pomeriggio. Saranno coordinati dal nostro operatore esterno, che li guiderà nei lavori da svolgere».

Il Comune di Arcole ha un operatore esterno e mezzo: in verità avrebbe bisogno di almeno quattro operatori esterni per garantire i lavori necessari. Ma, come tutti i Comuni italiani, anche Arcole non può assumere personale.

«In questa maniera suppliremo, in qualche modo, alle esigenze a cui non possiamo far fronte con il nostro esiguo personale dipendente esterno», osserva Ceretta, «ed essendo ospiti della nostra comunità, contribuiranno in maniera concreta con il loro lavoro a rendere capoluogo e frazioni più puliti e più vivibili».

«Gli otto immigrati lavoreranno a costo zero per il Comune, godendo già del contributo statale previsto per i profughi», dice sempre Ceretta, «abbiamo stipulato per loro l’assicurazione per essere coperti in caso di infortuni o incidenti sul lavoro».

«In questi mesi di permanenza, gli otto ospiti hanno imparato a pronunciare qualche parola di italiano», conclude il primo cittadino di Arcole, «adesso avranno anche un’ occupazione, perché è risaputo che l’ozio è il padre dei vizi».Z.M.

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