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«Con il trapianto una vita degna di essere vissuta»

Grande partecipazione alla tradizionale Festa dei trapiantati di organi che si è tenuta a Colognola, organizzata dall’Arti (Associazione renetrapiantati italiani) di Verona con Acti e Antf dei trapiantati di cuore e fegato, Aido, Admor, Comune, Pro loco e alpini.

La manifestazione quest’anno si è aperta nel segno di due ricordi significativi: uno al professor Piero Confortini, pioniere del trapianto di rene, davanti al monumento a lui dedicato in paese, e un altro a Luigi Cervato, fondatore e presidente dell’Arti, scomparso circa un mese fa. Tra i promotori dell’omaggio a queste due figure è stata la nuova presidente dell’Arti, Wilma Tonello, veronese e trapiantata di rene dal 2005 già collaboratrice di Cervato, che ora ha preso le redini del gruppo. Ad accoglierla in paese e a garantirle il proprio sostegno nel nuovo incarico, è stata la signora Graziella, moglie di Cervato, che ha vissuto con commozione la festa dedicata proprio al marito, figura di riferimento nel mondo del volontariato tanto da essere insignito lo scorso anno, dal Comune, del Premio Columna.

La nuova presidente, pensionata con un passato di atleta nel campo del triathlon, ha illustrato gli obiettivi da raggiungere alla guida dell’Arti:

«Desidero portare avanti le iniziative avviate con il mio predecessore Luigi, facendo leva sullo spirito di squadra del direttivo dell’Arti. Insieme continueremo a proporre incontri di sensibilizzazione sul tema della donazione, di informazione sulle procedure di espianto e impianto degli organi e di prevenzione. A questo proposito intendiamo proporre anche delle novità, come degli incontri informativi nelle scuole superiori. E’ importante, infatti», ha annunciato Tonello, «parlare anche in questo campo di prevenzione, perché varie patologie che possono comportare un trapianto sono gestibili per molto tempo con uno stile di vita e un’alimentazione sana». Lei ne è un esempio.

«Provengo da una famiglia in cui è presente la trasmissione ereditaria della malattia renale», ha raccontato, «che personalmente, però, sono riuscita a tenere sotto controllo fino a 55 anni proprio prestando attenzione al cibo, facendo movimento ed evitando eccessi. Poi sono dovuta entrare in dialisi e vi sono rimasta per un anno e otto mesi. La realtà della dialisi è molto impegnativa», ha riferito Tonello, «è stata paragonata al lavoro ininterrotto per otto ore di un muratore per come si sente al termine il paziente dializzato. Poi nel 2005, nel cuore della notte, mi è arrivata la telefonata che mi ha annunciato la disponibilità di un rene. Un dono grande a cui ho detto subito sì, piangendo poi per ore perché era un regalo immenso». Wilma è stata trapiantata il 2 luglio 2005 e da allora non ha mai trascorso un giorno senza rivolgere un pensiero al suo donatore. Non sa chi è, ma è consapevole che è colui che le ha ridato la vita. Per questo, durante la messa, celebrata da padre Carlo Vanzo e da don Michele De Rossi nella chiesa dei Santi Fermo e Rustico, ha letto pubblicamente una riflessione: «C’è una cosa che vale la pena dirti: grazie, giovane sconosciuto, perché il tuo dono ha reso la mia vita degna di essere vissuta». E’ seguito un lungo applauso non solo dai trapiantati, ma anche dalle famiglie dei donatori di organi e dai donatori viventi, a cui è stata offerta una rosa in segno di gratitudine alla presenza del vicesindaco Giovanna Piubello.

Monica Rama

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