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Con il machete all’Errahma
il centro culturale islamico

La porta danneggiata
La porta danneggiata
La porta danneggiata
La porta danneggiata

Col machete al centro culturale Errahma di Roncà: questo, secondo l’associazione che dal 2001 è proprietaria delle ex scuole di via San Zeno, sarebbe lo strumento utilizzato da ignoti per spaccare la porta di ingresso del centro. «Prima di accanirsi sulla porta», spiega Yassin Benzaroual, vice presidente di Errahma (parola che significa misericordia), «gli autori di questo gesto hanno divelto la rete della recinzione riuscendo a scalzare anche il muretto di cemento a cui era ancorata». Del danneggiamento i referenti dell’associazione si sono accorti sabato mattina: «Il centro è chiuso da due anni a causa di un’ordinanza del Comune che abbiamo impugnato al Tribunale amministrativo regionale e che, di fatto, ci impedisce di utilizzarlo. Almeno una volta alla settimana qualcuno però ci va, per far le pulizie e per ritirare la posta, e sabato mattina abbiamo avuto l’amara sorpresa».

Non hanno idea di quando il fatto sia accaduto, se sia stato nella notte tra venerdì e sabato (quando a Roncà c’era più gente del solito perché in corso la Festa del Vino) o qualche giorno prima: fatto sta che, come racconta Benzaroual, «se nel tempo qualche dispetto è accaduto, come ragazzi che gettavano petardi accesi dalla strada verso il cortile del centro, questa cosa è decisamente grave. Stando al tipo di danno che abbiamo verificato, e che costituisce la denuncia che abbiamo subito formalizzato ai carabinieri, è stato un gesto intenzionale perché uno non ha con sé abitualmente un machete o un grosso martello, gli attrezzi che presumibilmente sono stati utilizzati per spaccare recinzione e porta. Non è stato un tentato furto, sia perché all’interno dei locali non c’è nulla di valore, sia perché se uno vuole entrare per rubare non distrugge una porta ma agisce a livello della serratura».

SONO UNA QUARANTINA le persone di credo musulmano che attualmente compongono l’associazione Errahma (che si è recentemente affiliata all’Endas, Ente nazionale democratico di azione sociale, ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni), e che non potendo far riferimento alle scuolette di via San Zeno sono «ospitate» dall’associazione Fraternità a San Bonifacio: si dicono amareggiate, «e speriamo che sia la prima e l’ultima volta che accade una cosa del genere. Questo centro è stato uno dei primi ad aprire in Val d’Alpone, nel 2001», aggiunge Benzaroual, «e questo fino al 2008, quando sono iniziate le contestazioni da parte dell’allora segretario della Lega Nord Roberto Turri che poi è diventato sindaco». Turri aveva acceso il faro sul centro contestando l’uso dei locali prima, poi istituendo divieti di sosta con rimozione sulle strade attorno alle vecchie scuolette (ne scaturì un ricorso da parte di Errahma ma quattro anni dopo il ministero delle Infrastrutture diede ragione al Comune) e infine, due anni fa, vietando con ordinanza l’utilizzo del centro che, al Comune, risulta avere destinazione agricola ed essere privo di agibilità e dunque non utilizzabile anche come luogo di preghiera.

Paola Dalli Cani

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