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Cinque cattolici tradizionalisti contestano il prete crocifisso

I cinque contestatori del parroco don Diego CastagnaLa Via Crucis di Arcole con il parroco don Diego Castagna nel ruolo di Gesù
I cinque contestatori del parroco don Diego CastagnaLa Via Crucis di Arcole con il parroco don Diego Castagna nel ruolo di Gesù
I cinque contestatori del parroco don Diego CastagnaLa Via Crucis di Arcole con il parroco don Diego Castagna nel ruolo di Gesù
I cinque contestatori del parroco don Diego CastagnaLa Via Crucis di Arcole con il parroco don Diego Castagna nel ruolo di Gesù

Mentre si stava celebrando la messa delle 10.30, nel corso della quale il parroco don Diego Castagna ha anche battezzato alcuni bambini, fuori dalla chiesa di Arcole si tenevano due manifestazioni, pacifiche e silenziose ma antitetiche. La prima, organizzata da giorni e per questo sorvegliata da un nutrito gruppo di carabinieri, vedeva schierati alcuni cattolici tradizionalisti di Christus Rex ed era stata indetta per contestare il sacerdote «reo» di avere partecipato a quella che, secondo coloro che auspicano il ritorno alla chiesa preconciliare, è stata una «blasfema messa in scena della Via Crucis». Oggetto dei loro strali la rappresentazione della passione di Cristo che è stata fatta alla vigilia della domenica delle Palme, che ha avuto come momento culminante la messa in croce del parroco, nei panni di Gesù, e che per questo è diventata un vero e proprio caso, finendo sulla stampa nazionale ed essendo oggetto anche di polemiche politiche. A pochi metri dai cinque esponenti dell'associazione di ispirazione religiosa, i quali non hanno fatto altro che srotolare un cartellone, c'era poi una quindicina di arcolesi, che quella Via Crucis hanno contribuito a crearla. I quali, una volta saputo dell'arrivo di Christus Rex, hanno voluto essere presenti per esprimere la loro solidarietà a don Diego, pur mantenendosi costantemente a distanza dai tradizionalisti. «Prima di venire abbiamo chiamato il sedicente parroco (parole loro, ndr) , che non è tale perché, avendo aderito alla Chiesa conciliare non è un cattolico e occupa abusivamente la chiesa, proponendogli un confronto pubblico», spiegava il responsabile nazionale del movimento tradizionalista, Andrea Castagna. «Poiché Cristo si è fatto crocifiggere per redimere i peccati dell'uomo realizzare una Via Crucis in cui si parla di altri temi, di cui dovrebbe occuparsi la politica, è improprio e se poi tale rito viene trasformato in uno show allora si compie blasfemia», ha poi aggiunto. «Quella Via crucis non era un rito liturgico bensì una performance artistica alla quale il parroco ha deciso di partecipare, perché con essa si volevano affrontare tre temi di grande rilevanza, l'immigrazione, la violenza sulle donne e i problemi del mondo del lavoro», spiegava, però, l'ideatore della rappresentazione, l'artista Maffeo d'Arcole. «La cosa che più mi dispiace è che ci sia chi continua a fare polemiche senza avere visto ciò di cui parla e senza conoscerne il messaggio». Il destinatario delle attenzioni generali, don Matteo, non si è però fatto vedere. Una volta celebrata la messa ha evitato di uscire sul sagrato come di rilasciare commenti. Andrea Castagna, quindi, gli ha lasciato all'esterno della canonica un pacco di documenti, molti dei quali risalenti a papa Pio Decimo, che ha guidato la chiesa dal 1903 al 1914. •

LU.FI.

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