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Chiesa su castello e gallerie, Sos per evitare crolli

La chiesa di Castello di San Giovanni Ilarione
La chiesa di Castello di San Giovanni Ilarione
La chiesa di Castello di San Giovanni Ilarione
La chiesa di Castello di San Giovanni Ilarione

Paola Dalli Cani Mezzo milione per consolidare la chiesa di San Giovanni Battista e la rampa da cui ci si accede, ma anche mettere in sicurezza le gallerie e farle diventare attrattiva turistica. A tanto ammonta, migliaio di euro più migliaio meno, il progetto preliminare con cui l’ingegner Gianni Fietta, l’architetto Fiorenzo Colla (con la consulenza tecnica del geologo Matteo Scalzotto) propongono di risolvere il problema del dissesto della chiesa di Castello, nel comune di San Giovanni Ilarione. Il progetto preliminare, fatto proprio dalla Commissione Beni culturali della Curia di Vicenza, è al vaglio della Soprintendenza di Verona per la valutazione della sua fattibilità. La chiesa da circa un anno ha rivelato lungo la pavimentazione del lato Nord una grossa crepa da cui partono altre fessure che corrono lungo le altre pareti (sei sul lato Nord, quattro in chiesa, due nel corridoio): dopo aver posizionato fessurimetri (che ancora oggi sono installati in chiesa e consentono rilevazioni orarie da remoto) si è verificato che il movimento (impercettibile all’occhio umano) è continuo e con la brutta stagione accusa anche l’effetto degli sbalzi termici. Dilatazioni e restringimenti si alternano, ma in fase di dilatazione nelle fessure si depositano detriti che in fase di restringimento impediscono di fatto la sigillatura delle crepe. La causa? Ci sono volute analisi geognostiche molto approfondite per avere le risposte accompagnate, però, da una serie di scoperte: l’altura su cui sorgeva prima l’antico castello e successivamente fu eretta la chiesa è una sorta di gruviera. Colpa degli occupanti tedeschi che tra agosto e novembre del 1944 ricavarono nella pancia della montagna un reticolo di gallerie e camere di rifugio usando con abbondanza mine ed esplosivo: quando poi (cinque anni più tardi) venne l’ora di chiudere le gallerie, i lavori vennero fatti senza andar troppo per il sottile e non vennero realizzati (come attestato dalla relazione tecnica che accompagna il progetto) tutti i sostegni previsti. Col passar del tempo, complici anche le sollecitazioni sismiche, le conseguenze di un riempimento molto approssimativo si sono fatte vedere. Fin qui l’antefatto, verificato il quale si è proceduto ad un primo intervento di alleggerimento delle gallerie dal materiale di riempimento e alla loro primissima messa in sicurezza. Lo studio è proseguito e ha permesso, tra l’altro, di ritrovarsi tra le mani una nuova scoperta: gli accessi alle gallerie non sarebbero tre, come appare dai progetti dell’ epoca, bensì quattro. Per un verso a farlo ipotizzare è stato il progetto stesso (perché stranamente a fianco dell’ingresso della galleria più a monte c’era l’inizio di una galleria che saliva ancora più su) e poi la strana struttura del Canevon, la cantina-grotta posta poco più a monte e inglobata nella costruzione che affianca la chiesa. Non si tratta di un dettaglio perché il progetto di intervento prevede anche il ripristino dell’antico (e celato) collegamento. Ma andiamo per gradi: il primo step dell’intervento riguarderà proprio il consolidamento dei tratti di galleria già riportati alla luce e della camera di rifugio già svuotata attraverso un rivestimento in spritz-beton. Poi si procederà al consolidamento del sostegno del lato nord con tiranti ancorati nella roccia e finalizzati a contrastare il movimento di scivolamento della chiesa. Terzo passo la realizzazione, per tratti, delle fondazioni della rampa di accesso al sagrato. Fin qui le priorità ma il progetto è molto articolato e prevede anche altri interventi, compreso alleggerimento e consolidamento delle restanti gallerie e camere di rifugio che, altro step del progetto, diventeranno percorribili e visitabili anche grazie ad un impianto di illuminazione ad hoc. Gli ingressi saranno rivestiti in mattoni pieni e chiusi con una recinzione metallica: tutti tranne quello più a valle, che casca proprio su una curva, e che dunque sarà dotato solo di una finestrella di ventilazione. Una opportuna canalizzazione consentirà il drenaggio di eventuali venute d’acqua. •

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