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Castello riabbraccia
la Madonna col bambino

Al lavoro per ricollocare il prezioso dipinto  FOTO PECORA
Al lavoro per ricollocare il prezioso dipinto FOTO PECORA
Al lavoro per ricollocare il prezioso dipinto  FOTO PECORA
Al lavoro per ricollocare il prezioso dipinto FOTO PECORA

Castello rivede la sua Madonna col Bambino e scopre tanti segreti del dipinto di Bartolomeo Montagna. Ha incantato per quattro mesi i visitatori della mostra «Viaggi e incontri di un artista dimenticato - Il Rinascimento di Francesco Verla» allestita al Castello del Buonconsiglio, e adesso si è ripresentata in tutta la sua bellezza ai parrocchiani della chiesa di San Giovanni Battista, che sebbene conoscano benissimo questa opera (nella chiesa è custodita infatti dai primi del Novecento), domenica sono rimasti per lunghissimi minuti sotto la grande teca per ammirarla.

Qualcosa di nuovo, del resto, c’è. A cominciare dalla scoperta del periodo esatto in cui fu dipinta: le ultime ricerche attestano infatti che Bartolomeo Cincani, meglio noto come Il Montagna, la dipinse tra 1503 e 1505 e non, come si credeva, tra 1486 e 1487.

Alla datazione corretta si è arrivati mettendo a confronto l’opera del Montagna con quella del suo allievo prediletto, cioè quel Francesco Verla a cui è stata dedicata la mostra trentina. Proprio il dolcissimo volto della Madonna ha permesso agli studiosi di ricostruire non solo la relazione artistica tra maestro e allievo, ma anche di far luce sulla straordinaria affinità tra il dipinto custodito a Castello e un affresco di Verla che si può invece ammirare nella pinacoteca di Castelvecchio. In comune le due opere hanno proprio il volto mariano: il disegno originale sarebbe di Verla, allievo di Montagna negli anni vicentini e padovani, che l’avrebbe donata al maestro come segno di stima e gratitudine. Visto il bozzetto, il Montagna l’avrebbe tradotto in dipinto ad olio (inizialmente su tavola e poi trasferito su tela) una volta avuta la commissione per la pala dell’altare di Sant’Antonio da Padova per la chiesa di San Lorenzo a Vicenza.

Bartolomeo Montagna scelse di rappresentare una sacra conversazione, quella degli sguardi, tra la «Madonna col Bambino in trono tra i Santi Antonio da Padova e Giovanni Evangelista».

L’opera incantò a tal punto Verla da convincerlo a prendere a prestito la Madonna col Bambino, circondarla di Santi e realizzare quindi l’affresco che originariamente era destinato alla casa Costalunga Chiozza di Schio.

Fin qui la dote con cui la preziosa e grande tela (190 centimetri per 162) è rientrata a Castello. Ad aspettarla c’erano il parroco don Maurizio Gobbo, Mario Gecchele (docente all’Università di Verona, studioso della chiesa di San Giovanni Battista e dell’opera del Montagna), Dario Bruni (ricercatore storico), il collaboratore parrocchiale Fiorenzo Lovato, il delegato del parroco Lorenzo Gecchele e volontari dell’Unità pastorale di Villa-Castello: tutti incantati ma anche tutti emozionati nel firmare il foglio che è stato posto sul retro del quadro e che registra in poche righe cosa accade nel 2017. Il foglio è stato chiuso in una busta assieme ai foglietti scritti a mano nel 1980, quando la Madonna in trono, che in precedenza era stata trafugata, venne rimessa al suo posto e insieme alle monete, quelle che c’erano 37 anni fa a cui sono stati aggiunti gli euro del conio di oggi.

Al dipinto nelle prossime settimane sarà dedicata una serata di approfondimento: così la piccola comunità di Castello ha voluto, per omaggiare e per conoscere meglio questa sua straordinaria opera d’arte.P.D.C.

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