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Castello, cambio storico
Una breccia tra le mura

Così, nella ricostruzione grafica, dovrebbe presentarsi la breccia aperta al passaggio pedonale
Così, nella ricostruzione grafica, dovrebbe presentarsi la breccia aperta al passaggio pedonale
Così, nella ricostruzione grafica, dovrebbe presentarsi la breccia aperta al passaggio pedonale
Così, nella ricostruzione grafica, dovrebbe presentarsi la breccia aperta al passaggio pedonale

Domani verrà aperta una breccia nelle mura medioevali soavesi: il varco sarà creato da tecnici e operai a lato della torre alla fine di corso Vittorio Emanuele II. Infatti da molti anni, l’amministrazione comunale sta tentando di convincere la Soprintendenza ai beni paesaggistici, ambientali e monumentali di Verona ad accettare il progetto per creare un passaggio pedonale tra corso Vittorio Emananuele II e via Ca’ del Bosco. Finalmente la Soprintendenza veronese ha detto si al progetto e i lavori inizieranno domani a opera dell’ impresa Dpv di San Bonifacio. La conclusione dell’intervento è previsto per la metà di marzo.

Il progetto, che è stato redatto dall’architetto Renato Molinarolo di Soave, ha recepito le indicazioni architettoniche ed estetiche della Soprintendenza. La breccia nelle mura, ad ovest del varco carrabile della torre, sbucherà all’altezza delle abitazioni e qundi sarà poco visibile dall’interno. Sarà aperta a metà tra il varco carrabile esistente e i tiranti che stanno tenendo ancorata la cinta muraria sul lato di parco Baden Powell.

Ma cosa ha convinto la Sopritendenza ad accettare finalmente le perforazione delle antiche mura merlate? «Abbiamo trovato documentazione fotografica che anticamente, fino all’inizio del Novecento», svela l’assessore ai lavori pubblici e patrimonio, Marco Vetrano, «rivela un canaletto che correva sul lato ovest di corso Vittorio Emanuele II al posto dell’attuale marciapiede, all’epoca chiamata via Coa longa. Si trattava di uno scolo per l’igiene pubblica, che attingeva l’acqua dal Tramigna a nord, penetrava la cinta murara e correva per tutta la lunghezza della strada, fino a sbucare in piazza Foro Boario e rigettarsi nel Tramigna».

TALE CONDOTTO aveva la funzione di portare via i reflui fognari dal borgo storico e l’acqua piovana, che scaricava nel torrente che cinge la cittadina. Dunque le mura merlate in quel punto, erano bucate dal passaggio di questo condotto che portava l’acqua del Tramigna dentro l’abitato cinto dalle mura.

Il foro fu successivamente tamponato, una volta che le fognature non correvano più a cielo aperto. «Andremo così a riaprire la breccia nelle mura, laddove un tempo passava il canaletto che era chiamata Albio», avverte Vetrano, «il varco sarà aperto a circa quattro metri e mezzo dall’accesso carrabile, punto scelto dalla Soprintendenza. Il volto e la squadratura laterale del nuovo acceso pedonale, sarà rivestito in pietra veronese, già selezionata».

«Sia lateralmente, che sul volto, il nuovo accesso ciclopedonale avrà una strombatura della muratura», prosegue nella descrizione l’assessore ai lavori pubblici, «i pedoni e i ciclisti, dal marciapiede di via Ca’ del Bosco, sbucheranno sulla pavimentazione di via Cangrande della Scala e da lì al marciapiede del corso o alla strada».

«Il nuovo accesso pedonale, verrà illuminato da un nuovo lampione e da alcuni faretti posati a terra», sottolinea Vetrano, «il costo dell’intervento si aggira sui 35 mila euro. Non si tratta di un’opera realizzata in vista dell’imminente campagna elettorale, ma di un intervento pubblico che stiamo progettando da un anno e chi conosce le lungaggini burocratiche della pubblica amministrazione, può comprendere che non è stato scelto apposta questo momento».

«Tuttavia siamo amministratori che alle parole preferiscono i fatti», conclude l’assessore Vetrano, «e finalmente siamo riusciti a dare una risposta alle esigenze e alle richieste di residenti e visitatori. È infatti rischioso passare a piedi o in bici, dal varco carrabile di corso Vittorio Emanuele II, già a senso alternato per i veicoli a motore».

Dal prossimo mese, non sarà più così, perchè pedoni e ciclisti avranno un accesso tutto dedicato a loro con l’abbattimento dei pericoli.

Zeno Martini

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