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Campedelli: «Il 25 aprile?
È stata una condanna»

Samuele Campedelli
Samuele Campedelli
Samuele Campedelli
Samuele Campedelli

Coda polemica, in Consiglio comunale a Zevio, sulla commemorazione del 25 aprile. «Pur condividendo i concetti espressi, il testo del manifesto della festa della Liberazione è difficilmente decifrabile e non fa alcun riferimento ai fatti storici accaduti», ha accusato il consigliere di Zevio bene comune Antonio Composta, mettendo ai voti una mozione volta a correggere il contenuto del cartellone, respinta a larghissima maggioranza dall'assemblea. Composta si è poi detto in linea con i discorsi commemorativi pronunciati dal sindaco Diego Ruzza in occasione delle giornate del ricordo degli stermini nazisti, delle foibe e dell’esodo dalmata. Ma, ha aggiunto, «nel manifesto sulla ricorrenza della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista vanno messi bene in luce quei fatti storici, affinché sopratutto i giovani non li dimentichino». Ruzza ha annunciato voto contrario alla mozione, dicendosi «basito» per la critica dopo i complimenti ricevuti da Composta per il discorso tenuto proprio il 25 aprile. «Ai ragazzi delle scuole già diamo ampiamente conto della storia nelle celebrazioni del 25 aprile e del 4 novembre», ha ribattuto il sindaco, invitando «a non perdere tempo a scapito di altre cose da discutere». L'assessore Gabriele Bottacini si è detto favorevole a un'opera di sensibilizzazione che vada oltre il manifesto, «poiché tolte le rappresentanze dei gruppi alpini, dei carabinieri in congedo, i pochi combattenti e reduci rimasti, i membri del consiglio dei ragazzi e la protezione civile, la commemorazione del 25 aprile va pressoché deserta». Per il capogruppo del Pdl Samuele Campedelli la festa della Liberazione «lo è solo per una parte degli italiani, per la restante parte è stata una condanna». La causa? «Italiani, dalmati e istriani cacciati dall'ex Jugoslavia, si sono trovati a essere stranieri in Patria». Una sola certezza storica: il 25 aprile segnò la fine di una guerra e di una dittatura. P.T.

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