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Bastano 28 minuti per alzare il ponte
Ma in sei mesi nulla è stato pagato

Il nuovo ponte della Motta sull’Alpone: in caso di piene, viene sollevato FOTO AMATOIl sollevamento del ponte della Motta
Il nuovo ponte della Motta sull’Alpone: in caso di piene, viene sollevato FOTO AMATOIl sollevamento del ponte della Motta
Il nuovo ponte della Motta sull’Alpone: in caso di piene, viene sollevato FOTO AMATOIl sollevamento del ponte della Motta
Il nuovo ponte della Motta sull’Alpone: in caso di piene, viene sollevato FOTO AMATOIl sollevamento del ponte della Motta

Dopo la conferenza stampa in municipio a San Bonifacio per l’illustrazione delle caratteristiche del nuovo ponte sollevabile, le autorità e i tecnici intervenuti si sono trasferiti alla Motta per assistere alla prima dimostrazione di sollevamento del ponte: un’operazione che si completa in 28 minuti. Grande interesse tra la folla accorsa, ma anche tra i tecnici per le innovative soluzioni del complesso meccanismo di sollevamento.

L’ideatore e progettista dell’opera, l’architetto Pierdomenico Mazza, emozionato nel presentare il suo progetto realizzato dopo ben 14 anni, da quando cioè lo propose per la prima volta dai banchi dei consiglieri di minoranza, ha ringraziato le imprese esecutrici le quali, dopo sei mesi di lavoro eccellente, non hanno ancora ricevuto un euro di pagamento, né per gli stati di avanzamento, né ora che il ponte è finito. Ciò ha sorpreso e indignato tutti, tanto che il sindaco Gianpaolo Provoli ha sottolineato il suo rammarico per questo inspiegabile ritardo, ricordando che ciò si aggiunge ai tempi burocratici piuttosto dilatati del Genio Civile, il quale sta tenendo in sospeso tutto il paese e le associazioni che stanno preparando l’inaugurazione del ponte

La data prevista era il 17 ma la sia si è dovuta spostare proprio per questa lentezza burocratica del Genio Civile e non si riesce nemmeno ad avere conferma che la tanto attesa data possa essere quella di sabato 30 settembre.

Alla dimostrazione del sollevamento del ponte, così si sono espressi i massimi rappresentanti dei tecnici veronesi. Il presidente dell’Ordine degli architetti di Verona Giancarlo Franchini ha sostenuto: «Dalla visione di un architetto, affiancato da altre figure tecniche nel campo dell’ingegneria sia civile che meccanica, è stato risolto in maniera splendida un problema che si trascina da anni; sottolineo poi la capacità dell’amministrazione di supportarli, nella speranza che il Genio Civile li paghi presto».

ANALOGO l’apprezzamento di Alessia Canteri, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Verona: «Il contributo di professionalità diverse ha permesso di risolvere il problema in maniera egregia, sia sotto il profilo della soluzione costruttiva che quello dei costi, perché è stata comunque una iniziativa ben strutturata, sotto tutti i punti di vista; evidentemente dall’unione di competenze diverse si ottengono le soluzioni migliori e più geniali, per cui è sicuramente un valore aggiunto per tutti quello di collaborare. Quest’opera è un’eccellenza nel territorio dal punto di vista strutturale, architettonico e funzionale, anche da quello realizzativo con il contributo delle imprese: una soluzione, direi, se non unica, sicuramente tra le uniche nel panorama nazionale di questo genere, tant’ è che l’interesse a livello nazionale si sta già diffondendo, come ha confermato anche il sindaco».

Si riferiva all’annuncio dato da Provoli che in questi giorni gli sono giunte richieste di informazioni sul ponte anche da altri due Comuni italiani. L’ingegner Canteri ha concluso dicendo che quasi sicuramente in Italia questa opera rappresenta un «unicum», in quanto è qualcosa di nuovo rispetto a quanto c’è già di simile, perché unisce una tecnologia e un’impiantistica nuova, moderna, all’avanguardia, su una struttura che invece è storica, salvaguardando così l’aspetto storico e anche la sicurezza idraulica con un intervento tecnologicamente molto avanzato».

Gianni Bertagnin

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