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Bambole e orsetti
per i bambini
dell’oncologia

Da sin:  Alberto Bagnani (Abeo), Federica  Filipozzi, Simone Cesaro (primario Oncoematologia)
Da sin: Alberto Bagnani (Abeo), Federica Filipozzi, Simone Cesaro (primario Oncoematologia)
Da sin:  Alberto Bagnani (Abeo), Federica  Filipozzi, Simone Cesaro (primario Oncoematologia)
Da sin: Alberto Bagnani (Abeo), Federica Filipozzi, Simone Cesaro (primario Oncoematologia)

Dalle mani di una giovane mamma a quelle dei bambini in cura al reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Borgo Roma: Le Matildine e gli Orsetti del cuore di Federica Filipozzi hanno trovato casa tra i letti dei piccoli pazienti seguiti da Abeo. Montecchia di Crosara, grazie al gesto della quarantenne del paese, si stringe ancora di più ai piccoli e alle loro famiglie in qualche modo «adottate» dal paese grazie a due «Angeli sconosciuti».

A monte della donazione di sette bambole e di quindici orsetti fatti a mano c’è infatti il libro «Angeli sconosciuti» scritto da Francesco Carè e dedicato al mondo degli operatori del soccorso in emergenza: ogni copia del libro venduta, per volontà di Carè, diventa una donazione per Abeo, l’Associazione bambino emopatico oncologico di Verona guidata da Alberto Bagnani.

Siccome però tra i protagonisti del libro c’è anche un ex soccorritore monscledense, che è Carlo Franchetto, l’eco dello scopo solidale del volume è arrivata anche a Montecchia dove il 2 dicembre «Angeli sconosciuti» sarà presentato.

La regola «imposta» a chi legge il libro è farsi un selfie con lo stesso: siccome Federica l’ha fatto tenendo in braccio anche una delle sue Matildine, il passaggio successivo è stato quello di realizzarne alcune da portare, come suo contributo personale (a cui ha concorso pure Carè) direttamente ai bambini.

«Le realizzo da un anno, un po’ per onorare la memoria di mio padre che ha sempre detto che avevo l’arte nelle mani, un po’ per passione: ho fatto molti corsi, e poi ho fatto mio un modello di bambola di pezza, nata negli Stati Uniti negli anni Ottanta e riportata in auge dalla creativa Federica Rivolta. Nasce così Matilda», dice Filipozzi riguardo la bambola più grande che, da seduta, è alta 50 centimetri, «e nascono anche le Matildine, alte 35 centimetri».

Alle Matildine si sono aggiunti poi gli Orsetti del cuore, rielaborazione del modello firmato da Martina Paccagnella, che sono diventati protagonisti dei banchetti che Federica, presa la tessera da hobbista, allestisce nei mercatini in giro per la provincia. «L’idea di fare una serie di Matildine per le bambine dell’oncoematologia mi è piaciuta subito, e ci ho dato dentro ogni sera dopo aver finito di lavorare in carrozzeria con mio marito e aver sistemato i figli. Per una Matildina ci vogliono 4 ore di lavoro, ma l’ho fatto con grande gioia».

Poi, alla vigilia della consegna, ha preso bambole e orsetti e li ha messi in un cesto che ha portato sull’altare maggiore del Duomo di Santa Maria, a Montecchia, per essere benedetti dal parroco, Monsignor Franco Coffetti. L’indomani, accolta dal primario Simone Cesaro, e accompagnata da Bagnani e Carè, ha effettuato la consegna. «È stata una festa piena di lacrime, di gioia, di commozione e di speranza. Non dimenticherò mai gli sguardi di quelle mamme», racconta Filipozzi, «e non dimenticherò mai i sorrisi di questi bambini. Bello pensare che questi piccoli giochi fatti in casa possano far loro compagnia regalando serenità in queti momenti certo non facili».

Paola Dalli Cani

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