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Baldaria rivive con l’Operazione Mato Grosso

La canonica di Baldaria, frazione di Cologna FOTO DIENNE
La canonica di Baldaria, frazione di Cologna FOTO DIENNE
La canonica di Baldaria, frazione di Cologna FOTO DIENNE
La canonica di Baldaria, frazione di Cologna FOTO DIENNE

Grazie all’Operazione Mato Grosso torna a vivere, per un certo tempo, la canonica di Baldaria, frazione di Cologna, dopo i singolari episodi che sono avvenuti negli ultimi mesi. Quattro ragazzi del movimento di volontariato fondato nel 1967 da Ugo De Censi, con 90 missioni in tutto il Sudamerica, hanno fatto il loro ingresso da qualche giorno nell’edificio abitato dal parroco fino al settembre del 2016. Negli ultimi tempi la canonica della frazione è stata al centro delle cronache per il ritrovamento di alcune divise militari e per il furto di una mappa del Settecento appesa nel corridoio d’ingresso. Già da qualche mese si stava discutendo sulla necessità di dare un futuro al fabbricato, per evitare che diventasse abbandonato e facile preda dei ladri. Il consiglio pastorale, in accordo con i tre parroci don Daniele Vencato, don Stefano Piccolo e don Stefano Porcellato, ha deciso dunque di aprire le porte della parrocchia di Baldaria ad un’associazione di volontariato. L’Operazione Mato Grosso è aconfessionale ma vi fanno parte migliaia di giovani cattolici, che hanno seguito le orme di don De Censi. Lo stesso Stefano Porcellato, prima di diventare sacerdote, aveva svolto un periodo di volontariato laico nel movimento. Due mesi fa nella frazione a nord di Cologna si era svolta una settimana di convivenza fra i volontari del Basso vicentino e veronese, ora invece i quattro ragazzi (tre ragazze e un animatore-formatore) dell’Omg rimarranno nella canonica di Santa Giustina per un periodo più lungo, un mese e mezzo. Terminata questa esperienza di formazione, le tre volontarie partiranno per le missioni in Bolivia, Ecuador e Perù. Rimarranno in Sudamerica per 6 mesi. Don Daniele, intanto, ha già invitato i giovani ad organizzare una serata di presentazione delle proprie attività a Cologna. Il presente e il futuro delle canoniche senza preti residenti non è soltanto una questione che riguarda Baldaria. «Nell’unità pastorale abbiamo sei canoniche», spiega don Daniele. «Per alcune di esse stiamo valutando alcune iniziative da intraprendere per evitare di lasciarle chiuse». A Sabbion la casa canonica è utilizzata per attività parrocchiali, per la sagra e per il catechismo dei ragazzi. A San Sebastiano vi abita una famiglia di volontari coordinatori dell’Operazione Mato Grosso, a Sant’Andrea risiedono i tre parroci in attesa che venga ristrutturato l’edificio accanto al Duomo. Le canoniche di Cologna e Spessa, al momento, sono vuote. «Gli ultimi orientamenti del vescovo sulle Unità pastorali suggeriscono di non lasciare vuote le canoniche», avverte don Daniele. A questo proposito, un aiuto potrà senz’altro venire l’anno prossimo dai Gruppi ministeriali. «È partita la formazione di un gruppo di una ventina di laici che diventeranno il punto di riferimento della comunità», annuncia don Daniele. «Saranno loro, in collaborazione con i preti e i consigli pastorali, a prendersi cura della vita della comunità e quindi anche a garantire la presenza di laici nelle canoniche in alcuni orari». Gli episodi di cronaca accaduti a Baldaria hanno avuto anche un risvolto politico. Il consigliere di minoranza Andrea Fin, che abita proprio nella frazione a nord di Cologna, ha raccolto i malumori della comunità. «In campagna elettorale avevamo ragionato sulla necessità di istituire dei comitati di frazione per valorizzare e tutelare anche le nostre località periferiche. Il sindaco aveva apprezzato la nostra proposta ma le sue sono rimaste solo chiacchiere», afferma il consigliere. «Ora abbiamo depositato in Comune un’interpellanza su questa tematica». •

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