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Alla sagra di Sant’Antonio
la tradizione dei Toni

Guai a dimenticare la sagra, tanto più che in questo 2017 spegne qualcosa come 748 candeline: è quella di Sant’Antonio Abate, quella patronale che, nel 1976, accolse l’introduzione nel suo programma della «marcetta» di Sant’Antonio.

La Montefortiana nasceva così, con un trofeo dedicato al patrono degli animali domestici che ancora oggi, come accadrà a Costeggiola di Soave alle 16 sul sagrato della chiesa pure dedicata a Sant’Antonio Abate, vengono benedetti.

A Monteforte l’aspetto più antico della sagra è stato in quache modo salvato dai Toni, cioè gli Antonio del paese che da anni si ritrovano nella chiesetta di Sant’Antonio, sul colle, per partecipare ad una messa a loro dedicata (questa mattina alle 10.30) e poi, a spalla, traslano la statua di Sant’Antonio dal colle alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore dove presiderà l’altar maggiore per qualche giorno. E i Toni? Dopo raduno rigorosamente a tavola.

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