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«Addio alla Strada del vino
perché pensa solo a Soave»

Vigneti spogli (siamo in gennaio) a Monteforte attraversati da partecipanti alla marcia Montefortiana
Vigneti spogli (siamo in gennaio) a Monteforte attraversati da partecipanti alla marcia Montefortiana
Vigneti spogli (siamo in gennaio) a Monteforte attraversati da partecipanti alla marcia Montefortiana
Vigneti spogli (siamo in gennaio) a Monteforte attraversati da partecipanti alla marcia Montefortiana

Monteforte lascia la Strada del vino Soave («si occupa solo di Soave») e rilancia: «Meglio Est Veronese Produce, perché Monteforte esige rispetto e pretende dignità». Con queste parole Rosario Maccarrone, assessore alla cultura del paese della Val d’Alpone, spiega a tre mesi di distanza dalla decisione formalizzata con una delibera di giunta, l’uscita di Monteforte dalla Strada.

Paolo Menapace, presidente della Strada, preso atto della decisione di Monteforte, aveva espresso il proprio disappunto ma anche rammarico, lamentando la carenza di spirito propositivo e di risorse da parte di Monteforte ritenuto più orientato alla sua stessa promozione che a un' ottica di valorizzazione territoriale ampia che sta alla base della Strada del vino.

«Quando sono diventato assessore alla cultura, nel maggio del 2014, ho partecipato a un incontro della Strada del vino. Sono rimasto colpito da alcuni grafici che riportavano le presenze turistiche dell’ anno precedente segnalate dall’uffico turistico Iat Est Veronese di Soave (da cui Monteforte è uscito attivando un proprio ufficio turistico, ndr): praticamente su circa 17 mila turisti, ben 16 mila erano rimasti nel borgo scaligero», esordisce Maccarrone. Che spiega: «Mi sono chiesto allora a che cosa serva aderire all’ufficio turistico soavese e alla Strada se la maggior parte dei turisti rimane a Soave».

L'amministratore montefortiano pare nutrire ben pochi dubbi sul fatto che «la Strada sta promuovendo solo Soave e non l’intero territorio. Per questo motivo come amministrazione abbiamo deciso di uscire da questa associazione. Se quando è partita aderivano a questa associazione tredici Comuni e ora ce ne sono solo sei», considera Maccarrone, «significa che Monteforte non è stato l’unico Comune a essere insoddisfatto».

Ritenendo prioritario investire nella promozione del territorio è nato, allora, il progetto Est Veronese Produce che ha mosso i primi passi all'inizio del 2015 proprio a Monteforte. «L’obiettivo era quello di arrivare a costituire un consorzio che promuova e valorizzi i prodotti del territorio, l’enogastronomia, i percorsi turistici e il patrimonio artistico», spiega Maccarrone aggiungendo che all'idea hanno detto sì anche i Comuni di San Giovanni Ilarione e San Bonifacio oltre ad alcune associazioni. «Siamo partiti con l’idea di sviluppare e promuovere tutto il territorio dell’Est veronese ed è logico che per portare avanti questo progetto serva anche Soave ma deve esserci condivisione e sinergia tra Comuni e associazioni. Il nostro territorio non può iniziare e finire dentro alle mura di Soave», conclude, «è molto più vasto e va valorizzato nel suo insieme, cosa che la Strada del Vino, sbilanciata su Soave, non sta facendo». P.D.C.

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