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«Addio a 100mila euro con la sanatoria»

Luciano Marcazzan, sindaco di San Giovanni Ilarione
Luciano Marcazzan, sindaco di San Giovanni Ilarione
Luciano Marcazzan, sindaco di San Giovanni Ilarione
Luciano Marcazzan, sindaco di San Giovanni Ilarione

Stralcio dei debiti fino a 1.000 euro: «Un premio ai mancati pagatori seriali e un danno importante per i Comuni. Grazie a questa misura San Giovanni Ilarione dice addio a quasi 100 mila euro!». Ha fatto un conto veloce, il sindaco Luciano Marcazzan, ma è questa la cifra a cui è arrivato mettendo insieme le posizioni degli ilarionesi che in forza del Decreto legge 119, quello che cancella le cosiddette «mini cartelle» fino a 1.000 euro, non saranno più obbligati a versare al Comune ciò che è dovuto. «Non abbiamo mai fatto affidamento sull'intera cifra attesa, cioè 100 mila euro, ma se ne avessimo incassati anche solo 10 mila sarebbe stata una cifra importante da poter mettere a disposizione di tutti con interventi, opere o contributi. E invece no», protesta Marcazzan, «perché da Roma decidono di mandare alle ortiche il mastodontico lavoro dei Comuni per l'accertamento dei debiti infischiandosene dei della loro autonomia». «Che rispetto istituzionale!», si infervora il primo cittadino, «che esempio! Verso i cittadini è un pessimo segnale, perché si incoraggiano i furbi, anche col meccanismo della singola cartella fino ai 1.000 euro, e si fiaccano quelli che si sono sempre attenuti alle regole e hanno pagato per i servizi di cui hanno usufruito. E che dire dei Comuni che tanto di spendono per inseguire, anche attraverso gli accertamenti, l'equità?». Marcazzan è uno dei sindaci prudenti che quei 100 mila euro o giù di lì non li ha mai messi in bilancio usandoli per far quadrare i conti: «La nostra scelta di costruire un bilancio concreto si rivela anche in questo positiva», spiega, «ma voglio vedere cosa faranno i Comuni che quelle cifre le hanno invece caricate come residui e hanno costruito così il proprio equilibrio di bilancio». A Marcazzan questa cosa non va proprio giù, «soprattutto perché si mina la credibilità dell'Ente pubblico. Le cartelle non pagate sono per lo più riferite ad Imu e rifiuti (189 mila euro l'ammontare degli accertamenti tra 2014 e 2016), servizio essenziale quest'ultimo: possibile non ci si sia resi conto delle conseguenze di un provvedimento simile? La beffa è doppia», conclude, «perché viene in qualche modo deriso il virtuosismo di chi ha sempre pagato il dovuto, sia perchè è l'intera collettività ad essere ulteriormente privata di risorse. Ringrazio il Governo per il grande rispetto che ha dimostrato nei confronti delle autonomie locali». •

Paola Dalli Cani

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