<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

A fuoco il tetto di una palazzina Un appartamento è inagibile

I vigili del fuoco sono intervenuti con nove unità
I vigili del fuoco sono intervenuti con nove unità
I vigili del fuoco sono intervenuti con nove unità
I vigili del fuoco sono intervenuti con nove unità

L’allarme era stato lanciato verso le 13 da un passante con anni di lavoro nei vigili del fuoco. Aveva notato un filo di fumo salire dal tetto di una casa a schiera al civico numero 8 di via Stretta a Badia Calavena, poco oltre la zona artigianale del paese, appena imboccata la strada provinciale 36 che porta a San Mauro di Saline . In una decina di minuti, sono arrivati i primi cinque vigili del fuoco con un’autobotte del distaccamento dell’Est Veronese a Caldiero, con il caposquadra Marco Venco. A loro si sono uniti un quarto d’ora dopo altri quattro colleghi arrivati da Verona con un’altra autopompa e un’autoscala. Il grosso del lavoro proseguito per un paio di ore, è consistito nel rimuovere i coppi dal colmo del tetto accanto al camino, e ispezionare la guaina e l’isolamento che non nascondessero altri focolai. La causa pare sia stata la canna fumaria dell’appartamento al piano terra perché quello al piano superiore era disabitato e vuoto, liberato dall’arredamento nei giorni scorsi in quanto la proprietaria abita a Colognola ai Colli ed era in attesa di firmare il rogito per la vendita, previsto fra una ventina di giorni.Le fiamme partite da una canna fumaria hanno interessato circa 50mq di tetto ventilato di una palazzina di 4 appartamenti sita in via stretta. I pompieri, giunti sul posto con tre automezzi e nove uomini, hanno lavorato fino alle 16.20 per spegnere l'incendio, scoperchiando un terzo del tetto per asportare i listelli e le guaine di coibentazione incendiate e verificare che il fuoco non covasse all’interno. I danni maggiori sono sulla parte del colmo in legno dell’appartamento al piano superiore e in minima parte anche di quello a fianco. Uno solo, quello vuoto, è stato comunque dichiarato inagibile. Al primo sopralluogo dei vigili è apparso evidente che l’innesco del fuoco sia partito dalla canna fumaria che serviva per una stufa collocata al piano terra, forse troppo vicina alle travi in legno del tetto o per un eccessivo deposito di fuliggine. Il tetto ventilato ha favorito la propagazione del fuoco sull’isolamento termico e la guaina di protezione. Mentre i vigili erano ancora al lavoro è stata chiamata anche l’ambulanza del 118 per un malore a una signora dell’alloggio del piano terra, probabilmente provocato dalla tensione provocata dall’evento. I danni sono limitati, anche se per sicurezza i vigli del fuoco sono stati costretti a scoperchiare una porzione più ampia del tetto rispetto a quella effettivamente interessata dall’incendio. Il complesso è recente, costruito solo una decina di anni fa, in un contesto di sviluppo edilizio portato avanti con cura ma evidentemente i criteri con cui vengono realizzati i camini non sempre garantiscono il massimo della sicurezza soprattutto quando si accostano a parti in legno o altri materiali infiammabili. Anche quando l’impianto è installato correttamente e con i materiali prescritti dalle norme, rimane il rischio incendio legato a situazioni particolari come un eccessivo carico di combustibile inserito nel caminetto o nella stufa, oppure per l’incendio della fuliggine accumulatasi nella condotta, o anche a causa di perdite della canna fumaria (gas caldi oppure scintille) e l’eccessiva ventilazione che favorisce la propagazione dell’incendio. •

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti