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SAN GIOVANNI LUPATOTO

Dalla sorgente
alla foce: l’Adige
in bici in 24 ore

Alberto Bottacini, stanco ma felice, a Rosolina dove l’Adige si getta nel mare Adriatico
Alberto Bottacini, stanco ma felice, a Rosolina dove l’Adige si getta nel mare Adriatico
Alberto Bottacini, stanco ma felice, a Rosolina dove l’Adige si getta nel mare Adriatico
Alberto Bottacini, stanco ma felice, a Rosolina dove l’Adige si getta nel mare Adriatico

Sfida superata: Alberto Bottacini ce l’ha fatta a percorrere in bici tutto il corso dell’Adige, dalla sorgente, a Passo Resia, alla foce, a Rosolina, in meno di 24 ore. L’impresa è cominciata alle 13 di giovedì 21, in Alto Adige, e si è conclusa nel punto in cui il fiume sfocia nel mare Adriatico alle 12.26 del 22 aprile.

«Le previsioni meteo mi hanno fatto anticipare di un giorno la partenza e quindi l’obiettivo era di arrivare entro le 13 a Rosolina», racconta Bottacini. «Sono partito con il treno ed ho raggiunto la località di Burgusio, in Val Venosta, dove ho pernottato e da dove, il mattino seguente, sono andato a Resia in autobus. Da qui, con una breve pedalata, sono arrivato alla sorgente e alle 13 è partita la mia avventura».

«La pedalata è andata molto bene, sempre in discesa lungo la Val Venosta», continua il ciclista. «Tutto ok fino Merano. Poi, a Bolzano, sono incappato in un forte vento contrario che ha ridotto la mia velocità a 15 km orari. Sono quindi arrivato, dopo una breve sosta, nella zona di Trento e Rovereto dove ho dovuto fare i conti con alcune deviazioni per lavori di manutenzione sulla ciclabile che mi hanno obbligato a percorsi alternativi non facili da individuare. Per fortuna sono rientrato nella ciclabile a Serravalle; di lì a poco, un’altra chiusura della pista mi ha costretto sulla parte sinistra, che comunque è ciclabile tra Borghetto, Peri e Dolcè, che conosco abbastanza bene. L’unico rischio era il buio perché spesso si entrava nei boschi».

La tabella di marcia comunque era abbastanza rispettata e Bottacini era quindi tranquillo. «Arrivato a Verona ho deciso, ovviamente, di passare da San Giovanni Lupatoto, dove abito», continua il ciclista. «Devo confessare che alle 3 di notte ho fatto fatica a resistere alla tentazione di fermarmi a casa e riposare nel mio letto. Mi ha aiutato il seguito dei social network: in molti mi supportavano ed incitavano». «Sapevo che se mi fossi fermato a casa non sarei più ripartito, quindi ho deciso di riposare davanti alla Madonnina che c’è al Porto», prosegue Bottacini. «Qui ho preso sonno e mi sono risvegliato di soprassalto col timore che fosse passato troppo tempo. Invece erano le 3.40. Pochi minuti e sono ripartito. Ero in tabella di marcia; ho proseguito per Zevio e Ronco. Qui ho corso un piccolo rischio: quello di prendere in pieno una sbarra che non aveva catarifrangenti. Poi sono andato avanti fino a Legnago e oltre, fino al confine con la provincia di Rovigo». Da qui in poi le difficoltà per Bottacini aumentano per la stanchezza e per il fondo accidentato.

«Pedalare sull’argine brullo è alquanto scomodo e difficile, specie se non si può mai lasciare il manubrio», riferisce l’appassionato della bici. «A questo punto le energie mi sono calate e ho deciso di imboccare la sinistra Adige, dove l’argine è asfaltato. Continuavo a fare i calcoli sulla distanza che rimaneva e quand’ero a 90 km dalla foce pensavo di non riuscire. Probabilmente ero anche poco lucido per fare i conti. Poi improvvisamente ho visto il segnale "Rosolina Mare" a 27 km. Avevo ancora quasi 2 ore e quindi ho capito che ero quasi riuscito nell’impresa. Ho continuato a pedalare, seguito via facebook dagli amici. Quando ho attraversato la Romea, mancavano circa 8 km di sterrato lungo l’Adige. L’arrivo è stato appagante e commovente. I chilometri segnalati dal mio computer sono 432».

L’alimentazione? «Cinque panini con formaggi e salumi, un piatto di pasta, una birra, una fetta di strudel, una barretta cioccolato, due barrette e tre gel energetici, due bibite e sette litri d’acqua». Bottacini ci tiene a ricordare che è ancora possibile fare una donazione a Asla Onlus - Associazione Sclerosi Laterale Amiotrofica, Iban: IT96S 0503511701093570648423 con causale #Adigebici24h. Perché la missione sia compiuta del tutto.

Renzo Gastaldo

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