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Treni, è stangata. Pendolari in rivolta

Studenti e pendolari prendono il Frecciarossa alla stazione di Porta Nuova FOTO MARCHIORI
Studenti e pendolari prendono il Frecciarossa alla stazione di Porta Nuova FOTO MARCHIORI
Studenti e pendolari prendono il Frecciarossa alla stazione di Porta Nuova FOTO MARCHIORI
Studenti e pendolari prendono il Frecciarossa alla stazione di Porta Nuova FOTO MARCHIORI

Alta velocità, bassa convenienza. Il 2017 è iniziato con una brutta sorpresa per i pendolari che ogni giorno utilizzano le Frecce per andare al lavoro o raggiungere l’università: il prezzo degli abbonamenti ai Frecciarossa aumenterà infatti in media dal 20 al 35 per cento, già a partire da febbraio. Poco male. Esistono anche i regionali, si potrebbe pensare.

E, invece, chi è solito utilizzare i treni sa bene che negli anni il numero di regionali è calato drasticamente per lasciar posto alle Frecce. Di più, anche i Frecciabianca, convenienti rispetto ai Frecciarossa, sono ormai sempre più rari e si dirigono veloci verso l’estinzione.

I RINCARI. Ma a quanto ammontano questi rincari?

Ecco qualche esempio. Un pendolare che viaggia abitualmente fra Verona e Milano passerà dal pagare gli attuali 225 euro mensili a 304. Un pendolare che si sposta invece fra Verona e Padova vedrà il conto salire da 190 a 257 euro mensili. Aumenti considerevoli insomma, che stanno creando parecchio malumore tra i passeggeri direttamente interessati.

Per cercare di andare incontro alle esigenze dei pendolari Trenitalia ha annunciato l’introduzione di quattro tipologie diverse di abbonamento. C’è quello valido tutti i giorni per tutto il giorno (304 euro per Milano e 257 per Padova). C’è quello che vale tutti i giorni nella fascia oraria 9-17 (214 euro per Milano e 181 euro per Padova).

La versione dal lunedì al venerdì in tutte le fasce orarie costerà 270 euro per Milano e 228 per Padova, infine esiste quella dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 9-17.

Quattro tipologie con un costo variabile in base all’ampiezza delle fasce orarie e ai giorni della settimana. Peccato che l’abbonamento “dalle 9 alle 17” suoni un po’ come un paradosso per chi proprio in quegli orari deve essere in ufficio.

LA PROTESTA. I pendolari sono sul piede di guerra. «Siamo tanti da Peschiera e da Verona diretti a Milano, rassegnati a pagare e, cosa peggiore, senza alternative», scrive un lettore che risiede nel basso Lago di Garda.

«Da Peschiera si è passati in tre mesi da 176 euro a 231 del mese scorso per finire a 312 di questo: un ulteriore 35 per cento di aumento per dei treni giornalmente in ritardo e per un tratto di 30 chilometri soltanto di alta velocità», spiega il pendolare sconsolato. «Non esistono treni regionali in sostituzione delle ex Frecce Bianche e le corse lasciate a Trenord arrivano o troppo presto o troppo tardi nel capoluogo lombardo». Il lettore chiede l’intervento dei politici locali per tentare di bloccare gli aumenti.

«Esiste la possibilità di un aumento contenuto al 20 per cento prendendo i treni nella fascia dalle 9 alle 17: una finestra di otto ore, quindi riservata a chi è professionista e guadagna di più. Vogliono far scendere i lavoratori dipendenti dall’alta velocità? Ci va benissimo, ma almeno aumentate le corse dei regionali con treni decenti! Nessuno vuole il lusso...si vuole solo andare a lavorare».

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA. Riccardo e Alessandra sono due ragazzi veronesi che studiano Podologia a Milano. «L’aumento è davvero elevato, ma se il servizio fosse impeccabile si potrebbe accettare», commenta Alessandra, che è dovuta passare al Frecciarossa, dopo la graduale scomparsa del Frecciabianca.

«Il problema è che spesso arrivano anche in ritardo e ci fanno saltare le lezioni, oltre al fatto che può capitare di fare il viaggio seduti a terra, perché i posti sono tutti occupati».

Riccardo evidenzia anche un altro aspetto. «Ora la prenotazione è obbligatoria: qualche giorno fa avevo riservato un posto alle 17.15, ma poi ho finito prima lezione e volevo prendere il treno alle 16,15», racconta.

«Ho provato subito a fare il cambio prenotazione, ma non ho potuto, perché i posti erano già tutti pieni, e così ho dovuto attendere un’ora».

Virginia, studentessa bresciana di Bioinformatica a Verona, dopo due mesi da pendolare ha deciso di prendere un appartamento in affitto: «L’abbonamento al Frecciabianca più regionale per Brescia costava 130 euro mensili: tra costi e tempo perso nel viaggio ho preferito trasferirmi a Verona».

Manuela Trevisani

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