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Sassi dai cavalcavia, torna l’allerta
«Noi controlliamo, voi segnalate»

Agenti di Polizia sorvegliano un cavalcavia: torna l’allerta per il lancio di sassi sulle arterie stradali
Agenti di Polizia sorvegliano un cavalcavia: torna l’allerta per il lancio di sassi sulle arterie stradali
Agenti di Polizia sorvegliano un cavalcavia: torna l’allerta per il lancio di sassi sulle arterie stradali
Agenti di Polizia sorvegliano un cavalcavia: torna l’allerta per il lancio di sassi sulle arterie stradali

La follia ritorna. Il gioco perverso dei sassi lanciati dai cavalcavia sulle auto fa altre vittime: una donna è morta per lo «choc» nel Milanese dopo il lancio contro la vettura sui cui viaggiava con altre quattro persone. Un «divertimento» che causa conseguenze: come per i due ragazzi di 17 anni arrestati in Sicilia mentre bersagliavano l’autostrada A20. E porta con sé la paura: quella del camionista salvato dalla tenda parasole che ha deviato il proiettile di pietra nei pressi di Torino. Cronache limitate a poche decine di ore ma che per Verona suonano come un incubo ricorrente. «Questi fenomeni vivono di emulazione e hanno una ciclicità», spiega Girolamo Lacquaniti, comandante della Polstrada di Verona. «I controlli sono l’ovvia risposta, già in atto e intensificata, ma la vera prevenzione possibile sta nella denuncia degli atteggiamenti a rischio».

La prima regola di contrasto da parte della Polstrada è amplificare ciò che è già «routine»: occhi ancora più vigili da parte delle pattuglie sugli obiettivi possibili. Ma il gesto di un folle richiede pochi minuti, a volte secondi e ha il vantaggio dell’imprevedibilità. I posti di blocco per i controlli «scremano» alcune tra le situazioni a rischio.

«Ma in casi come questi», osserva Lacquaniti, «bisogna rompere il cerchio del silenzio. Chiunque abbia sentore del fatto che conoscenti, amici o chicchessia si stia facendo prendere da questo “gioco”, può contare sulla nostra discrezione. La segnalazione verrà vagliata, rispettando l’anonimato e senza il timore di conseguenze che possano esporre chi denuncia a eventuali ritorsioni».

Quello che la Polstrada lancia è un messaggio di fiducia a doppio senso di circolazione: «Garantiamo il cittadino con l’obiettivo di salvare più persone: sia le potenziali vittime di un atto sconsiderato sia chi lo potrebbe compiere, spesso molto giovane e non del tutto cosciente delle reali conseguenze».

È un capitolo, quello dei lanci di sassi dai cavalcavia, che nel Veronese registra purtroppo un fascicolo di cronache fin troppo voluminoso. Nell’aprile scorso un caso si era verificato sulla strada delle Torricelle. Allarme anche nel novembre di un anno fa nella notte di Halloween, senza conseguenze letali ma conclusosi con la denuncia di cinque minorenni. Nel 2014 un automobilista di 23 anni era rimasto ferito dalle schegge del parabrezza, centrato da un sasso sulla Tangenziale Nord. Un elenco che potrebbe andare a ritroso per anni.

In relazione a uno degli ultimi casi lanciava l’allarme anche il dirigente dell’Ufficio Scalastico Provinciale, Stefano Quaglia, ammonendo: «Serve più dialogo con i giovani». E portando sotto la lente anche una deriva socio-culturale: «In una sorta di delega tecnologica vengono narcotizzati il senso di responsabilità e l’etica».

La Polstrada, spiega Girolamo Lacquaniti, «sceglie di parlare del problema, perché esiste ed è giusto farlo». Dietro però c’è un lavoro sotterraneo e invisibile, che ha per obiettivo il miglioramento nella dotazione e nel posizionamento delle telecamere che ormai sono presenti su buona parte della rete viaria. Le regole sulla «privacy» sono stringenti ma le immagini che contano lo sono altrettanto per l’attività investigativa.

«La strategia migliore», dice Lacquaniti, «è agire senza enfatizzare». Sotto controllo costante sono le arterie autostradali di competenza, le principali arterie viarie. Ai Comuni resta la vigilanza sul territorio.

«Ciò che deve essere evidente», conclude il comandante della Polstrada, «è la necessità della collaborazione di tutti, per vagliare ogni segnale sospetto». Il fenomeno è imprevedibile. E simile dev’essere la risposta.

Paolo Mozzo

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