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Piazzetta Tirabosco

Lo stallo blu
è diventato giallo
Multata e risarcita

Lo stallo diventato in poche ore da blu a giallo per disabili
Lo stallo diventato in poche ore da blu a giallo per disabili
Lo stallo diventato in poche ore da blu a giallo per disabili
Lo stallo diventato in poche ore da blu a giallo per disabili

Uno stallo blu, regolarmente occupato, trasformato in poche ore in un parcheggio per disabili. E l’auto in sosta, passata anch’essa da regolare ad abusiva in breve tempo, sorpresa dai vigili senza l’apposito contrassegno, quindi rimossa e multata.

I punti salienti di questa tragicomica vicenda L’Arena ve li aveva già raccontati alcuni mesi fa, quando è accaduta. Ora tocca, per fortuna, al lieto epilogo.

L’inedito episodio, infatti, dopo diversi passaggi che hanno visto la malcapitata proprietaria dell’auto rivolgersi al garante regionale per i diritti della persona, si è risolto alcune settimane fa. E il Comune ha risarcito l’intera somma addebitata alla donna: circa duecento euro tra la sanzione e la rimozione dell’auto.

Riavvolgiamo il nastro degli eventi a fine novembre, un giorno come molti. Laura Piccinin, residente in centro storico, aveva parcheggiato regolarmente la sua auto su uno stallo blu nei pressi di casa, in piazzetta Antonio Tirabosco, traversa di corso Porta Borsari. Dopo circa un giorno era scesa per raggiungere la macchina. Ma non aveva più trovato né l’auto né lo stallo blu, diventato nottetempo – anzi dalla mattina al pomeriggio – giallo, riservato ai disabili.

Per quel posteggio, infatti, era stata avanzata da tempo la richiesta di uno stallo dedicato. Ma la pratica è rimasta a lungo senza risposta. Poi un ennesimo sollecito e il via libera. Detto, fatto.

E come testimoniano i copertoni imbrattati lateralmente di vernice gialla, oltre che le persone che hanno assistito ai fatti, il nuovo posto è stato disegnato attorno all’auto in sosta.

Gli addetti ai lavori erano passati in mattinata ma avendo visto il posto occupato si erano limitati a porre dei cartelli informativi. Al secondo giro, nel primo pomeriggio, invece, sono passati ai fatti. Qualche tempo ancora ed ecco arrivare anche il vigile.

Il resto è storia, così come l’arrabbiatura della Piccinin quando si è accorta di essere stata suo malgrado sanzionata, con tanto di decurtazione dei due punti della patente.

«Avevo espresso la mia non intenzione di pagare ma mi ero sentita rispondere che ero obbligata, pena la non restituzione dell’auto. E in quel momento ho anche perso il diritto a inoltrare ricorso al giudice di pace», ricorda Piccinin che però non si è persa d’animo e che, soprattutto per una questione di principio, dopo non aver trovato risposta in Comune, si è rivolta al Garante regionale per i diritti della persona.

Gli uffici del Garante le hanno dato ragione sostenendo che il Comune dovesse intervenire perché di fatto Piccinin non aveva commesso alcuna infrazione. Ma come?

«Sono stata convocata più volte a Palazzo Barbieri. Alla fine, trascorsi circa cinque mesi, ho ottenuto il risarcimento, attraverso una sorta di rimborso assicurativo», spiega la donna.

«Non ho chiesto nulla più di quanto ho pagato anche se avrei potuto chiedere i danni, considerato il tempo impiegato a spiegare un illecito che di fatto non ho commesso. E per fortuna sono riuscita a risolvere autonomamente la questione, senza dover ricorrere agli avvocati», aggiunge la donna che tiene a raccontare la propria vicenda per dimostrare come «con logica e costanza, il cittadino riesce ad ottenere la ragione, quando la ha».

Il sipario deve comunque ancora chiudersi definitivamente. Se multa e rimozione sono state risarcite, infatti, Piccinin è ancora sotto dei due punti della patente. E, ovviamente, la signora non ha alcuna intenzione di demordere.

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