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La disavventura

Lo stallo blu...
diventa giallo:
multa e rimozione

Lo stallo di piazzetta Tirabosco diventato da blu a giallo per disabili FOTO MARCHIORITracce di colore giallo sulla ruota
Lo stallo di piazzetta Tirabosco diventato da blu a giallo per disabili FOTO MARCHIORITracce di colore giallo sulla ruota
Lo stallo di piazzetta Tirabosco diventato da blu a giallo per disabili FOTO MARCHIORITracce di colore giallo sulla ruota
Lo stallo di piazzetta Tirabosco diventato da blu a giallo per disabili FOTO MARCHIORITracce di colore giallo sulla ruota

Ilaria Noro

Prima il timore che le avessero rubato l’auto a pochi metri da casa. Poi l’arrabbiatura, forte, per aver constatato che la macchina le era stata rimossa su segnalazione dei vigili.

E che lo stallo blu, e dunque regolare, vicino casa dove aveva lasciato la vettura, era diventato giallo: e riservato ai disabili.

Una metamorfosi inaspettata che è costata alla donna 112,64 euro di spese di carro attrezzi, 85 euro di multa e la decurtazione di due punti della patente.

Il tutto per aver lasciato l’auto in un regolare parcheggio.

Il fatto, paradossale e che per la legge ha di fatto sancito il passaggio dell’ignara signora dalle fila dei cittadini diligenti a quella di chi incivilmente parcheggia nei posti riservati ai disabili, risale ad alcune settimane fa.

E riguarda il nuovo stallo giallo a pochi passo da piazzetta Antonio Tirabosco, traversa di corso Porta Borsari, comparso, anzi disegnato, dalla mattina al pomeriggio. In mattinata, infatti, raccontano alcuni testimoni, è passato un furgoncino con la vernice e avendo visto l’auto in sosta si è limitato a porre vicino un segnale di lavori in corso. «Poche ore più tardi, nel pomeriggio, gli addetti sono tornati. L’auto era ancora lì ma parcheggiata in centro, perfettamente, tanto che hanno potuto ugualmente disegnare i nuovi contorni», riepiloga il testimone, che preferisce rimanere anonimo.

Il giorno seguente sono arrivati il controllo del vigile urbano, l’accertamento dell’irregolarità e le relative sanzioni, rimozione dell’auto compresa.

Passa qualche ora ancora e Laura Piccinin, questo il nome della protagonista della disavventura, ancora inconsapevole, scende da casa per raggiungere l’auto. Che non trova. «Ho pensato l’avessero rubata. Solo poi ho visto la nuova segnaletica. Ho contattato la polizia municipale e così ho avuto la conferma della rimozione», spiega Piccinin.

«Ho espresso la mia non intenzione di pagare ma mi sono sentita rispondere che ero obbligata, pena la non restituzione dell’auto. Ed è qui che la burocrazia costringe il cittadino ad ammettere la colpa di un’infrazione non commessa perché, per poter riavere la mia automobile, senza dover attendere le calende greche dell’esito di un ricorso, ho dovuto versare la somma. E ho ritirato l’auto, tra l’altro con i copertoni imbrattati di vernice gialla», racconta, aggiungendo di aver subito pagato anche la contravvenzione - con tariffa ridotta del 30 per cento - e aver perso così, le ha detto il giudice di pace cui si è rivolta, diritto al ricorso.

«Nel momento in cui il vigile ha verbalizzato la multa, un testimone mi ha informata di essere intervenuto e di aver fatto presente che avevano disegnato lo stallo giallo intorno alla mia auto e che sarebbe stato opportuno informare il proprietario dell’auto, dato che dal permesso residenti si può risalire a dati e contatti del proprietario. Ma il senso civico del testimone non è servito a nulla», chiude Piccinin che, ritenendosi vittima di un’ingiustizia, oltre che di una situazione paradossale, ha scritto a sindaco Tosi, il cui capo di gabinetto le ha chiesto di spedire accurata cronistoria, e al comandante della polizia municipale Altamura chiedendo spiegazioni sulla vicenda tra cui il motivo per cui non sono stati affissi degli avvisi indicanti il cambiamento di segnaletica con congruo anticipo.

«Unico a rispondere è stato per ora il comandante Altamura che mi ha spiegato non essere onere della polizia locale informare tutti i contravventori della città in via preventiva», riassume Piccinin che ora si è rivolta al Garante regionale dei diritti della Persona.

Ilaria Noro

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