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Arena, presenti due ministri e il presidente del Senato

La «nuova» Carmen
tra vip e istituzioni
Ecco le prime foto

Presenti due ministri e il presidente del Senato
La prima della «Carmen» (Brenzoni)
La prima della «Carmen» (Brenzoni)
La prima di Carmen (Brenzoni)

Un messaggio di saluto del presidente Sergio Mattarella ha aperto stasera in Arena il festival lirico, prima dell'inizio di «Carmen». Il messaggio è stato letto dal palco dal nuovo sovrintendente, Cecilia Gasdia. Prima dell’inizio dell’opera poi pubblico tutto in piedi per l’emozione Inno di Mameli cantato dal Coro dell’ Arena. Ecco le prime immagini dell'allestimento firmato da Hugo De Ana.

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Oggi alle 21, un attesissimo nuovo allestimento della celeberrima Carmen di Bizet inaugurerà il 96° Opera Festival 2018 dell’Arena di Verona. La nuova produzione sarà in scena per 13 serate fino al 31 agosto con la prestigiosa firma di Hugo de Ana, regista, scenografo e costumista argentino di fama internazionale.

 

Tra le numerose personalità presenti alla Première il presidente del Senato Elisabetta Casellati, il Ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Alberto Bonisoli, oltre al sindaco di Verona e Presidente di Fondazione Arena Federico Sboarina.

 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, assente per concomitanti impegni istituzionali, ha inviato un caloroso messaggio per salutare l’inizio della stagione areniana: «La stagione operistica all’Arena - che Mattarella definisce »una delle istituzioni liriche più prestigiose e famose nel mondo« - per la suggestione del luogo e per la qualità degli allestimenti, ha sempre rappresentato un punto di riferimento artistico e culturale che ha sempre richiamato cultori e appassionati dall’Italia e dall’estero». Dopo l’ultima storica edizione di Carmen, firmata da Franco Zeffirelli e proposta in Arena dal 1995, Hugo de Ana, che cura regia, scene e costumi, propone per il 2018 una lettura inedita dell’opera, consapevole della sfida che pone un titolo tanto caro alla storia e al pubblico del Festival. Il regista argentino vuole affrancare la Siviglia di Carmen dal clichè variopinto e folkloristico immaginato da molti artisti di fine Ottocento e dalla tradizione: ne nasce una Siviglia popolare, tutt’altro che da cartolina.

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