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L’influenza ha già «steso» i veronesi

Anche i veronesi sono alle prese con l’influenza: il picco dell’epidemia è previsto per la fine di gennaio
Anche i veronesi sono alle prese con l’influenza: il picco dell’epidemia è previsto per la fine di gennaio
Anche i veronesi sono alle prese con l’influenza: il picco dell’epidemia è previsto per la fine di gennaio
Anche i veronesi sono alle prese con l’influenza: il picco dell’epidemia è previsto per la fine di gennaio

Camilla Ferro L’influenza non va mai sottovalutata. L’anno scorso in Veneto ha provocato 8 decessi - il doppio rispetto alla stagione precedente 2015/2016 - e mandato in ospedale in gravi condizioni 55 persone. Le categorie più a rischio sono: bambini, donne in gravidanza, anziani, immunodepressi e chi già soffre di patologie respiratorie e cardiache. Soluzioni? Il vaccino fatto per tempo - si attiva dopo due settimane dalla somministrazione ma siamo ancora in tempo per correre ai ripari - e regole comportamentali da rispettare per evitare il più possibile il contagio. I DATI. Se nella sola settimana di Natale l’influenza ha messo a letto 14mila veneti, da ottobre al 31 dicembre sono stati complessivamente in 44.600 a contrarre il virus con un’incidenza media di 2,87 casi per mille abitanti. «Percentuale alta ma comunque molto più bassa di quella nazionale arrivata al 6,39 per mille», sottolinea il dottor Fabio Zanini del servizio di Igiene e Sanità pubblica dell’Ulss 9 Scaligera, «anche se il picco», ricorda, «non è ancora stato toccato, motivo per cui in questi giorni vale forse ancora la pena vaccinarsi, ma bisogna farlo in fretta. Sarà infatti dalla prossima settimana fino alla fine di gennaio che si arriverà al massimo di diffusione per cui è importante adottare i soliti accorgimenti di difesa, primo tra tutti non avere rapporti con chi è ammalato, arieggiare gli ambienti chiusi, lavarsi frequentemente le mani. L’epidemia non si esaurirà prima di fine febbraio e da qui ad allora si stima un ulteriore aumento di veronesi costretti a letto. Ad oggi, sono oltre 2 milioni gli italiani colpiti». A VERONA. Nella cinquantunesima settimana del 2017 (dal 18 al 24 dicembre) i veronesi con l’influenza erano 2.650 (2,87 ogni 1000 abitanti), in quella successiva, l’ultima dell’anno, sono quasi raddoppiati arrivando a 4.100 (4,47 su 1.000). «Ora, in base all’osservatorio epidemiologico regionale», continua lo specialista, «si attende un ulteriore incremento nei prossimi giorni che durerà per tutto gennaio e poi inizierà la curva discendente. Non siamo quindi ancora fuori dalla fase acuta, anzi, il peggio deve ancora arrivare». Continua Zanini: «Sono stati e saranno soprattutto i bambini, tra i 5 e i 14 anni i più coinvolti dall’epidemia. A Natale i piccoli veronesi influenzati erano 6 su mille, molti di più rispetto alle altre classi di età, motivo per cui c’è stato un afflusso record nei Pronto Soccorso e una esplosione di ricorsi ai pediatri di base. Anche qui, come per il dato generale, Verona è un’oasi felice rispetto alla situazione nazionale». Infatti, nella fascia d’età sotto i cinque anni l’incidenza nelle ultime settimane del 2017 è stata pari a 29,2 casi per mille assistiti e quella tra 5 e 14 anni pari a 19. I RIMEDI. Dall’Ulss 9 i soliti consigli per curare l’influenza: riposo, caldo, idratarsi e usare antipiretici, paracetamolo in primis. Niente antibiotici da utilizzare «solo nei casi di complicanze batteriche e su indicazione del medico», ricorda il dottor Zanini, «con le forme virali sono del tutto inutili». Piuttosto, insiste, «è ancora consigliato il vaccino che resta sempre la principale arma di difesa. Se l’incidenza continua a crescere, come dicono le stime, farlo adesso può essere utile pur sapendo che si è al limite del tempo massimo per avere garanzie sulla copertura». •

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