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Il No e il polo identitario
Mercoledì arriva Salvini

L’altro...Matteo, Salvini, leader della Lega Nord, che si è detto «pronto a candidarsi alla presidenza del Consiglio», sarà a Verona mercoledì sera. Per dire un No al referendum e, dopo il 4 dicembre, aprire una nuova fase della Lega e del centrodestra, anzi, «di un nuovo polo identitario, da contrapporre ai partiti mondialisti», per conquistare il governo nazionale e quelli dei Comuni, fra cui Verona. «Il leader nazionale? Da individuare con le primarie, non idonee invece per la candidatura a sindaco, come Verona, dove è fondamentale invece avere un candidato gradito dal territorio per quello che ha fatto», dice Lorenzo Fontana, eurodeputato e vicesegretario del Carroccio.

Un No contro la riforma costituzionale Renzi-Boschi, «che non semplifica i processi legislativi, toglie autonomia alle Regioni e accentra poteri nello Stato centrale, e quindi va contro gli obiettivi che si dichiara verranno raggiunti», come dice Paolo Tosato, senatore e segretario cittadino della Lega, annunciando l’assemblea pubblica con il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini, in programma mercoledì prossimo, alle 20.30, al teatro Stimate, in piazza Cittadella.

«Importante il passaggio di Salvini a Verona per chiudere al meglio questa impegnativa e lunghissima campagna referendaria che ci ha visti impegnati con innumerevoli serate su tutto il territorio della provincia», dice Paolo Paternoster, segretario provinciale della Lega Nord, con il vicesegretario federale ed eurodeputato, Lorenzo Fontana, con il senatore Paolo Tosato, con militanti e amministratori come Vito Comencini, segretario veneto dei Giovani Padani, e Renato Lelli.

«Oltre 53 incontri pubblici dove i nostri amministratori e tecnici si sono messi a disposizione dei cittadini per spiegare le ragioni del No», dice ancora Paternoster. Puntando già al dopo referendum e ai futuri assetti politici e partitici, Fontana spiega come «siano già superate le ragioni del Sì, sconfitte da una svolta identitaria che, prima il presidente russo Putin e ora anche con il presidente Usa Trump, stanno portando avanti con grande caparbietà, mentre Renzi e i suoi sostenitori appoggiavano le linee politiche perdenti di Obama, a mezzo della candidata risultata poi sonoramente sconfitta, Illary Clinton».E.G.

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