Bloccato, anzi prosciugato, da ieri mattina il conto corrente bancario anche della Lega Nord veronese. E il partito va nel panico. Bollette da pagare, propaganda del referendum consultivo del 22 ottobre sull’autonomia, feste di partito da organizzare, trasferte come quella per il raduno di domani a Pontida, nel Bergamasco, e poi le prossime elezioni. Dove trovare i soldi per coprire tutte o parte delle spese? Sale le febbre.
Panico e rabbia. A Verona come altrove, nel partito guidato a livello federale da Matteo Salvini, sulla scia della decisione del tribunale di Genova di congelare, appunto, i fondi della Lega Nord, come misura cautelare preventiva seguita alla sentenza di poche settimane fa che condannò l’allora segretario federale Umberto Bossi a due anni e mezzo di reclusione e Umberto Belsito, il tesoriere, a due anni e sei mesi. Ciò per il presunto utilizzo di soldi del partito per Bossi - che per questo si dimise - per i suoi figli e per Belsito. La truffa messa in atto a suo tempo nel partito, secondo il giudice, è stimata in 48 milioni; tanto ha preso la Lega come finanziamento pubblico dei partiti tra il 2008 e il 2011.
Il Carroccio scaligero, guidato dal segretario provinciale del partito, ha preso atto del blocco. «Su indicazione della procura di Genova da giovedì è scattato il blocco dei conti correnti della Lega Nord in sei diverse banche: in Emilia-Romagna, Liguria, Trentino per arrivare ieri anche in Veneto e Lombardia. È un atto ignobile! Vogliono sabotarci», dice Paternoster. «Se pensano di spaventare o fermare la Lega Nord si sbagliano», aggiunge Paternoster, che informa di aver fatto pervenire in banca all’attenzione del direttore una richiesta scritta e formale in cui ha richiesto di poter visionare il provvedimento. E di avere poi ottenuto una risposta, con tutte le motivazioni.
La Lega di Verona, lo ricordiamo - partito che amministra il Comune nella giunta Sboarina - ha una sede in Zai, in via Torricelli, dove opera part time un dipendente della Liga Veneta (sede regionale a Noventa Padovana) che opera a livello di segreteria anche in altri sedi provinciali. Da subito, dunque, l’accesso al denaro è vietato.
«Trovo assurdo, come ha detto il nostro segretario Salvini, che si debbano bloccare tutti i conti correnti del partito», dice Lorenzo Fontana, eurodeputato, vicesegretario federale della Lega Nord e vicesindaco di Verona. «Capisco quello del partito a livello federale, ma non quelli delle varie regioni e province, che sono autonomi», aggiunge. E precisa: «Ho ricevuto tantissime telefonate di segretari, anche di sezioni di piccoli paesi, preoccupati del fatto che non avendo più soldi in cassa non sapranno come organizzare feste di partito e vari appuntamenti, e penso alle elezioni politiche dell’anno prossimo, ma anche in quelle in Lombardia, in Friuli, in vari Comuni tra cui Vicenza».
Fontana attacca: «Va ricordato che in prima istanza si contestava l’uso di 400mila euro da parte dell’ex tesoriere del segretario. Ma in ogni caso, c’è la responsabilità personale. Se qualcuno ha sbagliato, e la Lega è parte lesa, è giusto che paghi. Ma perché per errori personali del passato deve rimetterci un intero partito, con gente nuova?». Lega Nord a secco. «Anche a livello federale non abbiamo chissà quanti soldi. E tanti li mettiamo noi militanti. Ma ora sarà dura».