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Conti bloccati, Lega Nord nel panico

di Enrico Giardini
La sede della Lega provinciale in via Torricelli Lorenzo FontanaPaolo Paternoster
La sede della Lega provinciale in via Torricelli Lorenzo FontanaPaolo Paternoster
La sede della Lega provinciale in via Torricelli Lorenzo FontanaPaolo Paternoster
La sede della Lega provinciale in via Torricelli Lorenzo FontanaPaolo Paternoster

Bloccato, anzi prosciugato, da ieri mattina il conto corrente bancario anche della Lega Nord veronese. E il partito va nel panico. Bollette da pagare, propaganda del referendum consultivo del 22 ottobre sull’autonomia, feste di partito da organizzare, trasferte come quella per il raduno di domani a Pontida, nel Bergamasco, e poi le prossime elezioni. Dove trovare i soldi per coprire tutte o parte delle spese? Sale le febbre.

Panico e rabbia. A Verona come altrove, nel partito guidato a livello federale da Matteo Salvini, sulla scia della decisione del tribunale di Genova di congelare, appunto, i fondi della Lega Nord, come misura cautelare preventiva seguita alla sentenza di poche settimane fa che condannò l’allora segretario federale Umberto Bossi a due anni e mezzo di reclusione e Umberto Belsito, il tesoriere, a due anni e sei mesi. Ciò per il presunto utilizzo di soldi del partito per Bossi - che per questo si dimise - per i suoi figli e per Belsito. La truffa messa in atto a suo tempo nel partito, secondo il giudice, è stimata in 48 milioni; tanto ha preso la Lega come finanziamento pubblico dei partiti tra il 2008 e il 2011.

Il Carroccio scaligero, guidato dal segretario provinciale del partito, ha preso atto del blocco. «Su indicazione della procura di Genova da giovedì è scattato il blocco dei conti correnti della Lega Nord in sei diverse banche: in Emilia-Romagna, Liguria, Trentino per arrivare ieri anche in Veneto e Lombardia. È un atto ignobile! Vogliono sabotarci», dice Paternoster. «Se pensano di spaventare o fermare la Lega Nord si sbagliano», aggiunge Paternoster, che informa di aver fatto pervenire in banca all’attenzione del direttore una richiesta scritta e formale in cui ha richiesto di poter visionare il provvedimento. E di avere poi ottenuto una risposta, con tutte le motivazioni.

La Lega di Verona, lo ricordiamo - partito che amministra il Comune nella giunta Sboarina - ha una sede in Zai, in via Torricelli, dove opera part time un dipendente della Liga Veneta (sede regionale a Noventa Padovana) che opera a livello di segreteria anche in altri sedi provinciali. Da subito, dunque, l’accesso al denaro è vietato.

«Trovo assurdo, come ha detto il nostro segretario Salvini, che si debbano bloccare tutti i conti correnti del partito», dice Lorenzo Fontana, eurodeputato, vicesegretario federale della Lega Nord e vicesindaco di Verona. «Capisco quello del partito a livello federale, ma non quelli delle varie regioni e province, che sono autonomi», aggiunge. E precisa: «Ho ricevuto tantissime telefonate di segretari, anche di sezioni di piccoli paesi, preoccupati del fatto che non avendo più soldi in cassa non sapranno come organizzare feste di partito e vari appuntamenti, e penso alle elezioni politiche dell’anno prossimo, ma anche in quelle in Lombardia, in Friuli, in vari Comuni tra cui Vicenza».

Fontana attacca: «Va ricordato che in prima istanza si contestava l’uso di 400mila euro da parte dell’ex tesoriere del segretario. Ma in ogni caso, c’è la responsabilità personale. Se qualcuno ha sbagliato, e la Lega è parte lesa, è giusto che paghi. Ma perché per errori personali del passato deve rimetterci un intero partito, con gente nuova?». Lega Nord a secco. «Anche a livello federale non abbiamo chissà quanti soldi. E tanti li mettiamo noi militanti. Ma ora sarà dura».

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