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«Catullo, solo annunci e niente rilancio»

Stefano Bertacco
Stefano Bertacco
Stefano Bertacco
Stefano Bertacco

Un aeroporto Catullo «ormai non più nelle condizioni di decidere il proprio destino né di garantirsi lo sviluppo necessario. C’è solo ridimensionamento». È il grido d’allarme di Stefano Bertacco, senatore di Forza Italia, dell’associazione Battiti, autore di uno studio sull’aeroporto di Verona-Villafranca. Bertacco muove i passi da voci di una proposta di fusione dell’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio con Brescia-Montichiari, della stessa società di quello veronese, «l’ultima di una serie di proposte irricevibili che mettono a repentaglio la sopravvivenza dell’aeroporto di Verona», spiega. «Va poi tenuto presente che la Catullo Spa, a cui è stata rilasciata la concessione quarantennale di Montichiari, diventerebbe minoranza in un’eventuale fusione con Bergamo».

Tutto ciò, puntualizza Bertacco, «in un momento nel quale il socio di riferimento di Save, che ha parte di proprietà del Catullo, cioè il fondo infrastrutturale Morgan Stanley in scadenza nel 2018, sta preparando l’uscita da Save con inevitabili contraccolpi nelle strategie di sviluppo e gestione. Si è però preferito rischiare il matrimonio con Save», precisa, «destinato a grandi e incerti cambiamenti societari - come un’eventuale fusione con Bergamo - invece di scegliere attraverso una gara il partner industriale con cui condividere il futuro sviluppo del sistema del Garda».  Insieme a Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio nazionale liberalizzazioni e trasporti (Onlit) che lo ha redatto, Bertacco cita l’esposto all’Antitrust, all’Anac e alla Comunità Europea – «un’azione concreta che ci consentirà finalmente di capire se l’operazione era lecita o era la classica soluzione nostrana per aggirare leggi nazionali e le direttive europee». Balotta: «Il comparto aeroportuale va reso più competitivo, trasparente e a difesa degli utenti. Ma ciò può avvenire solo facendo entrare nuovi operatori investitori con gare a evidenza internazionale».

Il senatore denuncia poi un «traffico in picchiata verso valori dei primi anni 2000, e soprattutto perdita di posti di lavoro sia diretti che indiretti a danno del territorio». La scorsa settimana l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) ha però approvato un Masterplan dell’aeroporto Catullo con un preventivo di spesa complessiva di 134 milioni in 15 anni. «Ma tutti sanno che i 134 milioni si riferiscono a una spesa complessiva dove gli investimenti infrastrutturali possono arrivare al 50% della somma e soprattutto non rappresenta un impegno di spesa, con bandi per lavori, come lo sarebbe un vero piano industriale presentato al territorio», aggiunge Bertacco. «Ora, a quasi due anni dall’entrata di Save il traffico nel 2015 è sceso del 7% a fronte di una crescita media nazionale del 4,5%. E in questi due anni di Save non si è fatto nulla per rilanciare Verona e Brescia, per favorire il reinserimento di tutte le persone che hanno perso il lavoro per decisioni che rischiano ora di essere annullate. Serve una forte presa di posizione di Verona e del suo territorio».E.G.

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